Conte, l’ uomo immagine della Figc
Il Presidente della Figc Carlo Tavecchio per ingaggiare Antonio Conte ha messo in piedi un accordo mai visto prima per nessun altro Ct. Quattro milioni di euro al tecnico salentino, una retribuzione resa possibile dalla partecipazione degli sponsor e soprattutto della Puma, che nel frattempo ha prolungato fino al 2022 e potrà godere dei diritti di immagine di Conte
La scelta di Tavecchio di ingaggiare Antonio Conte come nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana era quasi più scontata della vittoria dello stesso Tavecchio come Presidente della Figc. A differenza di quest’ ultimo però, Antonio Conte forse potrà veramente portare qualcosa di nuovo nel calcio italiano. A fare polemica infatti, non è tanto la scelta del tecnico in sé per sé, ma come è stata condotta la trattativa, con Tavecchio a tirare le fila per mettere in piedi un contratto mai visto prima nella storia delle nazionali {ads1}Antonio Conte infatti, guadagnerà tra i 4 ed i 4,5 milioni di euro netti all’ anno. Una cifra definita “allineata ai costi della precedente gestione” dalla Figc. In realtà significa che Conte nel duplice ruolo di ct e coordinatore delle nazionali giovanili riceverà il compenso che prima era destinato rispettivamente a Prandelli e Sacchi, più altri 2 milioni dalla Puma che la Figc girerà al tecnico, più un bonus di 500 mila euro in caso di qualificazione ad Euro 2016, ed altri bonus nel caso in cui l’ Italia raggiunga la finale agli Europei o migliori il proprio ranking Fifa di almeno 5 posizioni. Come è possibile tutto ciò? Con la firma di ben due contratti. Quel vecchio volpone di Tavecchio infatti, con l’ ausilio dell’ avvocato Mario Gallavotti, ha fatto firmare un duplice accordo ad Antono Conte. Il primo, relativo ai 2 milioni di retribuzione nei ruoli di commissario tecnico e coordinatore delle nazionali giovanili. Il secondo, per la cessione dei diritti di immagine di Conte a favore della Figc. La Federcalcio da parte sua, permetterà alla Puma di utilizzare Conte come testimonial e girerà al tecnico altri 2 milioni che derivano proprio dallo sponsor tecnico degli azzurri. In tutto ciò, la Puma ha anche ottenuto un prolungamento di partnership dal 2018 al 2022.
Un accordo un po’ stravagante se vogliamo, ma che comunque ha permesso a Tavecchio di ingaggiare il tecnico più valido tra quelli a disposizione e di scendere a compromessi proprio con le richieste di Conte, il quale pretende di avere un controllo sulla Nazionale a 360 gradi, oltre che, come abbiamo visto, un ingaggio sostanzioso. Il primo dubbio che viene leggendo i termini dei contratti, è l’ importanza che la Puma potrà assumere sulle decisioni riguardanti la Nazionale italiana. Sulla carta, ovviamente, il Ct non ha alcun vincolo. Su questo punto, Conte è stato abbastanza chiaro in conferenza stampa: “Se avvertirò l’ingerenza dello sponsor? Chi mi conosce appena un po’, sa che una cosa simile non potrà mai capitare. Niente e nessuno potrà decidere mai al posto mio“. Eppure, ancora una volta, non si può non pensare a Balotelli, il principale testimonial Puma che ad occhio coincide ben poco con i profili che piacciono a Conte, soprattutto in termini di determinazione e spirito di sacrificio. Riuscite ad immaginare lo scompiglio che potrebbe creare per Puma una eventuale esclusione di Balotelli? Ma per ora possiamo fidarci solo delle parole del nuovo Ct azzurro.
A livello tecnico invece Conte può dare diverse garanzie. E’ il tecnico più vincente in Italia negli ultimi anni, pretende sempre il massimo dai suoi giocatori e non ammette sconfitte, a prescindere che si tratti di un’ amichevole (valida ugualmente per il ranking Fifa) o di una competizione importante. Caratteristica fondamentale per guidare una squadra bravissima ad adagiarsi sugli allori. Come è emerso dalla conferenza stampa, Conte punterà sullo spirito di gruppo, che servirà a colmare il gap tecnico con le squadre più forti. Non verrà utilizzato nemmeno il forfaittario codice etico di prandelliana memoria, sarà direttamente Conte a giudicare i comportamenti dei singoli giocatori dentro e fuori dal campo . Insomma, tutto come prima solo che non si chiamerà più codice etico. Un’altra piccola incongruenza nei progetti di Conte la si trova nelle sue intenzioni di mantenere rapporti costanti con i singoli allenatori dei club, dai quali spera di ricevere la massima disponibilità. Proprio lui che ha fatto spesso polemica sulle convocazioni dei propri giocatori in Nazionale. Ma in fondo fa parte del suo carattere quasi macchiavellico, sappiamo fin da subito che per raggiungere i suoi traguardi non guarderà in faccia a nessuno, nemmeno alla Puma, forse.
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