Figc: Tavecchio vince, il marcio avanza

I giochi si sono chiusi ieri all’ Hotel Hilton di Fiumicino: Tavecchio Presidente della Federcalcio. Un uomo con ben 5 condanne alle spalle, sponsorizzato da personaggi come Claudio Lotito, Enrico Preziosi e Franco Carraro, persone coinvolte in controversie giudiziarie, illeciti sportivi, frodi. E Marotta su Lotito osserva: “sembra che ci siano interessi personali a discapito del collettivo”.

Erano presenti tutti i cosiddetti “signori del calcio”, coloro che in teoria dovrebbero occuparsi di rendere migliore questo sport e soprattutto dovrebbero avere i requisiti per farlo. Gli schieramenti erano chiari fin da subito, la maggior parte dei club di Serie A avrebbero votato per Tavecchio, accompagnati sicuramente dall’ AIA (Associazione Italiana Arbitri) di Nicchi, dalla Lega Serie B, Lega Pro e Serie D. Gli sforzi di Roma e Juventus per ostacolare l’ avanzata di Tavecchio non ha avuto gli effetti sperati e l’ impressione avuta durante le votazioni è stata quella di avere a che fare con un vero e proprio blocco – un “corporativismo delle Leghe” come lo ha definito Albertini – più utile a Tavecchio che al calcio italiano in sé. {ads1} Durante le tre votazioni ( nelle prime due non è stato raggiunto il quorum, nella terza sarebbe bastato invece il 50% più 1) infatti, l’ impressione ha trovato riscontro nel comportamento di Lotito, vero e proprio promotore di Carlo Tavecchio. Se fosse stato lui stesso il candidato, Lotito si sarebbe impegnato di meno. Il Presidente della Lazio ha combattuto questa battaglia fin da subito in prima linea e durante le votazioni ha accompagnato a braccetto i singoli elettori verso le urne tentando fino all’ ultimo di strappare un voto favorevole. “Devo annà a prende er Cesena” , disse uno dei “signori del calcio” poco prima di ottenere un altro voto a favore per Tavecchio. Un atteggiamento talmente palese ed irriverente da scatenare lo stupore di alcuni dirigenti, l’ omertà di altri, ed anche qualche litigio, quando le due fazioni sono arrivate allo scontro. Marotta lo ha detto apertamente : “Al di là che siamo 7, 8 o 10 club contrari, ci sono due anime in Lega e lascia perplessi l’attivismo di Lotito che fa da tutor al candidato Tavecchio, una cosa impopolare e unica nella storia della Federazione italiana. Sembra che ci siano interessi personali a discapito dei collettivi. Ma Beppe Marotta non è stato l’unico ad alzare la voce. Agnelli ha discusso sia con Preziosi che con Lotito, mentre il Presidente del Torino Urbano Cairo ha detto che “se Lotito vuole un ruolo in federazione, deve fare un passo indietro nella Lazio”. Renzo Ulivieri invece, a nome della Assoallenatori, ha posto il quesito fondamentale di tutta questa faccenda: “Pensate che possa risolvere i problemi qualcuno che ha avuto per tanti anni le chiavi di questo sistema? Io ho qualche dubbio”. Un dubbio che evidentemente la maggioranza dei votanti non ha avuto.

Il problema da porsi invece era proprio quello legato al sistema e ai vecchi “signori del calcio” ai quali Ulivieri faceva riferimento. Il marcio che avanza da anni e non muore mai. Andiamo a vedere tra i principali sostenitori di Tavecchio chi c’era. Claudio Lotito, arrestato nel 1992 in seguito ad un’inchiesta della Magistratura sugli appalti della Regione Lazio; coinvolto nello scandalo Calciopoli nella stagione 2005/2006, condannato nel 2009 per aggiotaggio e ostacolo all’ attività degli organi di vigilanza sui titoli della Lazio. Per non parlare di Enrico Preziosi, iscritto nel registro degli indagati in seguito al fallimento del Como Calcio e accusato del reato di bancarotta fraudolenta; inibito nel 2007 per responsabilità oggettiva nella gestione e della depauperazione del Como Calcio nel 2003 3 nel 2004 in quanto numerosi giocatori del Como passarono al Genoa per cifre irrisorie; deferito per aver trattato personalmente l’ affare Milito – Thiago Motta con l’ Inter durante in perido di inibizione; accusato di associazione a delinquere e condannato per frode sportiva in occasione della partita Genoa – Venezia dell’ 11 Giugno 2005. E che dire del “poltronissimo” Franco Carraro, anche lui sostenitore di Tavecchio. In realtà di lui si può dire ben poco, perchè grazie ai suoi molteplici ruoli tra banche, politica e sport, in un modo o nell’ altro l’ ha sempre fatta franca. Anche quando venne sorpreso a parlare telefonicamente con Bergamo (allora designatore arbitrale) mentre lo pregava di favorire la Lazio. Fu squalificato e multato in primo grado, ma a livello penale fu prosciolto dall’ accusa di frode sportiva. Il blocco Tavecchio è stato aiutato in piccola parte anche dall’ Aia presidiata da Nicchi, schierata completamente a favore del candidato. Nicchi, per intenderci, durante l’ anno si è ostinatamente schierato contro la moviola in campo e l’ utilizzo della tecnologia nel calcio. Altra piccola osservazione: essendo gli arbitri i garanti del rispetto delle regole, come possono schierarsi a favore di una persona che ha condanne sulle spalle? Se chiudono un occhio davanti alle condanne, figuriamoci in campo cosa può succedere. Una bella presa di posizione quella dell’ Aia.

Dobbiamo considerare che quelli sopracitati sono solo alcuni dei componenti che hanno votato Tavecchio, i più eclatanti. Meglio non immaginare quanti altri intrighi possono esserci stati all’ interno delle leghe minori, o tra dirigenti che balzano meno all’ occhio rispetto a personaggi come Claudio Lotito . Probabilmente i più pericolosi sono proprio loro, e infatti, numericamente hanno fatto la differenza. Quella appena iniziata è l’ennesima storia fatta di patti di potere, intrighi politici ed economici. Una partita a tavolino tra “signori del calcio”, sempre gli stessi. E’ spionaggio, è “House of Cards” con Tavecchio al posto di Kevin Spacey. E’ il marcio che avanza.

 

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