TripAdvisor e il diritto alla recensione…falsa
Una mano sulla tastiera, l’altra che impugna la soggettività e siamo pronti per accedere al luogo dove ancora siamo liberi di dire. Ognuno ha il suo spazio da potersi ritagliare, ognuno può fare bello e cattivo tempo nella veste di utente informato sui fatti. Salvaguardare il sacrosanto diritto alla recensione equivale quanto alla libertà di denuncia o ad un meritato apprezzamento faccia a faccia. Una pubblicità spontanea, buona o cattiva che sia, ma ovviamente qualche falla in un sistema dove vige la libertà di espressione esiste e come.
Solo ultima in ordine di tempo la denuncia di alcuni albergatori e ristoratori britannici che lamentano la crescente richiesta di sconti e favori da parte di utenti senior del portale, pena lo spettro di una cattiva recensione. Un ricatto vero e proprio travestito da report post soggiorno o post cena. Ancora peggio, testimoniano i britanni operatori del settore, qualcuno scrive addirittura prima di recarsi nelle strutture e poi sul posto si presenta come una recensore, tentando di scroccare qualcosa. I portavoce di TripAdvisor hanno risposto prontamente invitando i gestori a contattare immediatamente il portale in situazioni simili in modo tale da bloccare la recensione prima che sia pubblicata.
Non è così facile. Primo problema tra tutti: gli account multipli. Dietro vari nominativi può nascondersi infatti lo stesso utente che dunque potrebbe tranquillamente accanirsi e penalizzare a suon di recensioni qualsivoglia struttura o potrebbe benissimo accadere che si celi dietro un “Anonimo 75” qualcuno che voglia pubblicizzare spasmodicamente la propria attività o quella di un conoscente, parente. A torto o a ragione è semplicissimo dipingere come un’opera d’arte quella potrebbe essere la peggiore bettola esistente.{ads1}
Altro problema a cui accennavamo prima, sono le false recensioni. Girando sul web si trovano manualetti creati ad hoc per imparare a barare sul portale. É vero che la community è fatta anche di onesti scrittori che si limitano a riportare le proprie percezioni soggettive, senza adottare questi subdoli meccanismi di diffamazione o di esaltazione forzata, compensando il lavoro dei disonesti recensori. É vero pure che agli occhi di un ignaro acquirente una sciabolata resti impressa più di cento carinerie. Una procedura in questo senso è stata avviata nel maggio scorso dall’ Antitrust, autorità garante della concorrenza e del mercato, contro TripAdvisor per pratica commerciale scorretta. Nel dettaglio l’autorità vuole verificare se il portale adotti misure idonee per prevenire il rischio pubblicare false recensioni, per controllare le procedure di registrazione e la qualità informativa del testo scritto. La decisione è stata presa in seguito alle numerose segnalazioni sia da parte di consumatori che di albergatori e ristoratori. Staremo a vedere quali misure saranno adottate a tutela di quello che in principio doveva essere il luogo della trasparenza o per lo meno della libertà di espressione e che invece si sta trasformando nella giungla degli accaniti recensori.