Gaza, l’Italia guarda e tace

Quello che avviene a Gaza ormai da due settimane è un genocidio: più di 500 palestinesi uccisi dalle bombe e oltre 3000 feriti, 27 soldati israeliani morti, più di 100 mila gli sfollati. Di fronte a questo massacro Matteo Renzi sembra aver perso la sua consueta parlantina e questo suo immobilismo finisce sotto accusa.

L’Italia, con la sua lunga tradizione di governi Berlusconi, non può certo vantare una brillante storia di politica estera e l’attuale premier non sta dando prova di potere, o volere, invertire la rotta. Tutto il mondo è stato scosso dalla carneficina di Gaza, che ha falcidiato civili di ogni età e sesso senza guardare in faccia a nessuno. Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban ki-Moon, è arrivato al Cairo per ottenere un immediato cessate il fuoco. Data la gravità della situazione il Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, su sollecitazione di Egitto, Palestina e Paesi islamici, ha indetto una riunione d’emergenza. Inoltre su richiesta della Giordania si sono riuniti a New York i quindici rappresentanti dei paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, i quali hanno chiesto un ritorno all’accordo di tregua del novembre 2011 tra Israele e Hamas. {ads1} 

Persino gli Stati Uniti si sono esposti. Anche se al momento dell’apertura delle ostilità il segretario di Stato americano John Kerry aveva attaccato Hamas con l’accusa, lanciata in diretta televisiva,di aver respinto la proposta di tregua che gli era stata proposta, il pensiero americano filosionista e anti islamico è risultato incrinato da un fuori onda nel quale Kerry commentava preoccupato la «dannata operazione di precisione» di Israele. Obama al telefono con Netanyahu ha espresso preoccupazione per il crescente numero di vittime palestinesi a Gaza, specificando che è necessaria la fine delle ostilità. Proprio per lavorare a una mediazione della pace Kerry è giunto in Medio Oriente.

E l’Italia? Il presidente del Consiglio sembra aver perso la sua verve e le sue soluzioni in pillole e preferisce temporeggiare in silenzio. In particolare in questo momento, in cui l’italia è anche presidente dell’Unione europea, si avverte la mancanza di iniziativa politica. Mancano prese di posizione più forti delle frasi di circostanza e questi tentennamenti potrebbero avere a che vedere non solo con ragioni d’ordine politico ma anche economico, considerato che l’Italia è un importante venditore di armi a Israele. Renzi sfugge dal tema anche su Twitter dove, a domanda della giornalista Gaia Tortora che azzarda a chiedere una parola su quanto avviene a Gaza e in Ucraina, il premier si limita a rispondere che ha avuto modo di parlarne con altri leader ma questo non viene ripreso dall’agenda giornalistica. Si difende con una accusa quindi Renzi, continuando però a non entrare troppo nel merito.

Twitter: @Fra_DeLeonardis

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