Eros e paesaggi nella fotografia di Helmut Newton

Berlino – Il ventiquattro gennaio del 2004, la Cadillac di uno dei più grandi fotografi del ‘900 si schiantava contro il muro del celebre Hotel Chateau Marmont, per anni sua residenza nei lunghi soggiorni californiani.Dopo il tragico incidente su iniziativa della moglie, June Browne (meglio conosciuta con il suo nome d’arte Alice Springs) fu istituito, nella città che gli diede i natali, il museo della fotografia per rendere omaggio alla sua arte.

 In fuga negli anni tremendi del nazismo a causa delle sue origini ebraiche, Helmut Neustädter (questo il suo vero cognome) dopo essere approdato a Singapore e aver lavorato come fotografo per il giornale Straits Times viene espulso dalla autorità britanniche approdando nelle terre sconfinate dell’Australia. È qui che incontra e sposa l’attrice Alice Springs (pseudonimo che deriva dalla stessa città australiana) e inizia la sua carriera come free lance con scatti per alcune famose riviste internazionali. Ma è a Parigi dove si trasferisce nel lontano 1961 che diviene a tutti gli effetti un fotografo di moda professionista. Due percorsi paralleli in mostra nella capitale tedesca dal 15 giugno fino al 16 novembre celebrano i dieci anni della nascita della Fondazione Helmut Newton di cui la moglie è presidente ripercorrendo, per onorarne la memoria, la vita professionale e privata del fotografo tedesco.

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Il primo Us and Them è una sorta di diario fotografico scritto dalla straordinaria complicità del legame tra Helmut e Alice, uniti, oltre che da un sentimento profondo, dalla comune passione per l’arte della fotografia. I loro scatti sembrano incarnare alla perfezione quella bellissima frase di Saint-Exupery quando affermava che «l’amore non è guardarsi negli occhi ma guardare nella stessa direzione». In questo affascinante resoconto sono presenti singolari ritratti di volti noti dello spettacolo come Brigitte Nielsen e quelli dei protagonisti del jet set mondiale, Yves Saint Laurent, Dennis Hopper, Charlotte Rampling; anche se a incantare sono gli scatti che ritraggono i due artisti in scene di toccante intimità, inclusi gli ultimi struggenti istanti di Helmut in ospedale; commovente e indimenticabile l’immagine che ritrae la Springs con le mani che le fasciano il volto e i gomiti poggiai sull’estremità del letto, in ospedale, mentre contempla l’irreversibile infermità del suo uomo.

La seconda parte di questa narrazione, dal titolo suggestivo ed essenziale Sex e Landscapes, esplora il lavoro meno conosciuto al grande pubblico di Newton; accanto ad alcuni nudi femminili che sono indubbiamente il suo marchio di fabbrica, campeggiano inaspettati paesaggi a colori e in bianco e nero immortalati tra il 1971 e il 2001; tecnologia e modernità sembrano fondersi nel suo sguardo avido di immenso quando una locomotiva fende le distese del Nebraska o quando libera i suoi occhi nel vuoto sottostante il suo finestrino nell’aereo. Stranianti appaiono invece le statue barocche incontrate nelle regioni del sud Italia. Dopo aver ampiamente assaporato il potente erotismo, traboccante dalla pose provocanti di corpi scolpiti, si è come storditi quando sul finire si incontra la spettacolare immagine di un’auto lanciata in un rettilineo tipico dei deserti americani, come a simboleggiare quel viaggio misterioso che è la vita.

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