Gaza sotto attacco

Margine Protettivo, si chiama così l’operazione militare, nei fatti un vero e proprio massacro, che Israele sta abbattendo su Gaza ormai da sette giorni. Anche lo spiraglio di tregua aperto dall’Egitto è andato in fumo e fiotti si sangue innocente scavano quelle terre riarse.

Operazione Margine Protettivo. È quasi impossibile ricostruire la mappa dell’odio tra israeliani e palestinesi e la lotta per la terra è una guerra mai sopita. Anni si trattative per la pace hanno provato a disegnare un futuro per due popoli e due stati, ma il foglio è stato brutalmente stracciato nel corso di questa settimana di raid e morti. Le ostilità si erano già riattizzate lo scorso 23 maggio, quando i due principali partiti palestinesi – Fatah, che governa in Cisgiordania, e Hamas, che controlla la Striscia di Gaza – hanno firmato un accordo che metteva fine a sette anni di faida intestina. Questo ha scatenato l’ira di Israele, che si è dichiarata indisponibile a trattare con Hamas, considerata un’organizzazione terroristica a tutti gli effetti. La scintilla è stata poi il rapimento e l’uccisione dei tre ragazzi isareliani (Naftali Fraenkel , Gil-Ad Shaer e Eyal Yifrah). La mattina dell’8 luglio Netanyahu da il via ufficialmente all’operazione Tzuk Eitan, “Roccia durissima” (Protective Edge il nome inglese, “margine protettivo“). {ads1} 

La tregua negata. Il numero delle vittime è in costante aumento, dopo una settimana i morti sono già oltre 190, di cui 150 civili, e i feriti più di 1400. Si tratta esclusivamente di palestinesi, la prima vittima civile israeliana è stata registrata dopo sette giorni di bombardamenti. Medici Senza Frontiere rende note le grandi difficoltà nel gestire un così alto afflusso di feriti, molti dei quali sono bambini. Di fronte a una tale genocidio l’Egitto si era proposto per mediare una tregua, che prevedeva la cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri e la disponibilità ad accogliere delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per aprire i negoziati. Israele ha espresso la propria disponibilità ma Hamas ha gridato il suo “no” con il fuoco. «Se il contenuto di questa proposta di tregua è quello che sembra, si tratta di una resa e noi la rifiutiamo senza appello» si legge nel comunicato diffuso dalle Brigate Ezzedin al-Qassam. Poche ore dopo 76 razzi lanciati su Israele hanno ufficializzato il diniego. La reazione furiosa di Netanyhau non si è fatta attendere: «Hamas pagherà il prezzo per la decisione di continuare l’escalation» ha affermato il premier israeliano.

#GazaUnderAttack. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini è approdata in Israele per una visita di 72 ore. Tra le un po’ spaurite posizioni degli Stati si fanno largo le riflessioni di tutti, rigettati dalle cronache a parlare di Israele e Palestina. Su Twitter la discussione avviene con l’hashtag #GazaUnderAttack e anche qui posizione aprioristiche, tronfie di luoghi comuni, finiscono per cozzare duramente tra loro mentre qualcuno rinnova l’appello a restare umani.

Twitter: @Fra_DeLeonardis

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