News – Hollywood in bottiglia: l’antico legame fra alcol e star
Accendersi una sigaretta in un teatro di Broadway mentre sul palco va in scena l’ennesima replica di Cabaret può anche essere una svista. Più grave è rifiutarsi di spegnerla quando la sicurezza te lo intima. Imperdonabile se poi incominci a inveire contro gli attori sul palco ed è subito chiaro che sei ubriaco e molesto.
La disavventura di un anonimo spettatore può concludersi con una notte in galera ma la trasgressione di un divo di Hollywood genera una serie infinita di strascichi che possono metterne a repentaglio la carriera. È successo al ventottenne Shia LaBeouf, ex adolescente modello di Disney Channel finito nel girone dei dannati con Nymphomaniac di Lars von Trier. In casi come questi il malcapitato deve rispondere delle sue malefatte a tutto il paese – gli Usa in questo caso – fare pubblica ammenda e infine esporre al giudice un piano per combattere la sua dipendenza, dall’alcol in questo caso. I suoi legali, in attesa dell’udienza fissata per il 24 luglio, hanno fatto sapere tramite la CNN che «Shia LaBeouf non entrerà in un centro di riabilitazione ma si sottoporrà volontariamente a una serie di trattamenti per porre fine alla sua dipendenza. Egli comprende che I recenti fatti sono il sintomo di un più vasto problema di salute e ha preso il primo dei provvedimenti necessari per curarsi».
Frank Sinatra, grande bevitore, diceva che l’ubriachezza è comunque uno spettacolo deplorevole, e che nessuno dovrebbe ingollare più della dose che riesce a controllare […]. Per Frank la resistenza agli alcolici era un segno di virilità (detestava le attrici beone), al punto che nei primi anni Cinquanta volle mettere alla prova Paul Newman con una notte brava a base di whisky e donnine per verificare se, come si raccontava in giro, il giovane attore fosse gay (Newman, notoriamente bisex, superò brillantemente entrambe le prove). Altri tempi. Hollywood riusciva a celare le trasgressioni delle celebrity, il potere dei media era limitato, i tabloid non così aggressivi, i paparazzi tenuti a bada dallo star system. E, soprattutto, la tolleranza per gli alcolici molto maggiore […]. Ubriachezza e promiscuità sessuale erano peccati poco più gravi di un disturbo alimentare nella Hollywood-Babylon […].
Le cause? Hanno spesso a che fare con lo stress da superlavoro, con la schizofrenia dell’attore alle prese con ruoli psicologicamente coinvolgenti, con l’assenza di una sana vita di relazione […] (fonte Repubblica).