Sarkozy: «Non ho mai tradito la fiducia di nessuno»

«A quanti ci ascoltano e ci guardano: non ho mai tradito la loro fiducia, non ho mai commesso un atto contrario ai principi repubblicani. Non chiedo nessun privilegio, ma se ho commesso degli errori me ne assumo tutte le conseguenze. 

Non sono un uomo che fugge dalle proprie responsabilità. Si sta facendo di tutto per dare di me un’immagine che non è conforme alla verità», sono queste le parole di Sarkozy nel corso di un’intervista concessa a TF1 e Europe 1. L’ex presidente ha paura che la vicenda possa diffondere un’immagine della sua persona “non conforme alla verità”. Attualmente i 2/3 della popolazione francese non sono favorevoli a un suo ritorno, tuttavia, il 70% degli elettori dell’UMP lo vorrebbe nuovamente come leader del partito. 

Custodia cautelare. La custodia cautelare attuata nei confronti di Sarkozy è una misura senza precedenti per un ex Presidente della Repubblica francese.
Stephane Le Foll , portavoce del governo, ha commentato: «La giustizia deve andare fino in davanti ai giudici Nicolas Sarkozy è un cittadino uguale agli altri».
Diciotto ore di interrogatorio: quindici davanti alla polizia e tre davanti a un giudice istruttore, il quale ha ottenuto il provvedimento di fermo dell’ex presidente francese che, nel corso della notte, è stato rilasciato senza alcuna restrizione per la libertà personale
L’accusa è quella di corruzione attiva, traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio. Da alcune intercettazioni, gli inquirenti hanno ricavato che Sarkozy e il suo avvocato ricevessero informazioni, su indagini riguardanti lo stesso Nicolas, da parte di un alto magistrato della Cassazione: Gilbert Azibert. Secondo “Le Monde”, il sospetto era che Sarkozy disponesse di una vera e propria “rete di informatori” all’interno della magistratura, così da essere sempre al corrente dei procedimenti che lo riguardavano.

Cellulare sotto controllo. Già nell’aprile 2013, un tribunale di Parigi aveva aperto un’inchiesta riguardante un presunto finanziamento della campagna elettorale delle presidenziali di Sarkozy del 2007 da parte della Libia. In quell’occasione erano stati messi sotto controllo di telefoni di due suoi ministri dell’Interno: Claude Guéant e Brice Hortefeux.
Fatto sta che il telefono di Sarkozy è sotto controllo dallo scorso 26 febbraio. Una volta accortosene, avrebbe cominciato ad utilizzare un cellulare registrato sotto falso nome per comunicare con l’avvocato Thierry Hertzog, anche lui coinvolto nell’inchiesta. Ma, se l’ex presidente pensava di essere stato più furbo, gli investigatori non hanno perso tempo nello scoprire il sottoerfugio.
Come se ciò non bastasse, il 6 marzo Sarkozy ha denunciato il suo ex consigliere Patrick Buisson, poiché quest’ultimo ha diffuso alcune registrazioni di riunioni e conversazioni avvenute nel 2011 all’Eliseo: si tratta per lo più di conversazioni imbarazzanti, come quelle in cui i consiglieri del presidente si lamentano per la partecipazione superflua di Carla Bruni in alcune occasioni.

Vittima dei giudici. A proposito del ruolo futuro di Sarkozy in politica, qualsiasi decisione è rimandata a ine agosto: alcuni credono che il suo “ritorno” sia alquanto difficili visti i recenti sviluppi, ma altri, al contrario, ritengono che l’attuale situazione giudiziaria contribuisca ad un’immagine di Sarkozy come “vittima di un complotto ordito dai giudici”
Sarkozy ha provato a rigirare la questione, accusando i giudici di accanimento nei suoi confronti, architettato dai socialisti, abituati a manipolare la magistratura per fini politici. Sarkozy ha dichiarato: «Non ho mai commesso un atto contrario ai principi repubblicani dello stato di diritto”. L’unico fine di tutta la vicenda sarebbe quello di umiliarlo: «Vi pare normale che da mesi vengo intercettato anche nelle mie conversazioni più intime? Mi hanno tenuto in stato di fermo per 15 ore, sorvegliato dagli agenti. Le due signore (le magistrate) mi hanno convocato alle due di notte, c’è stata la volontà di umiliarmi».L’ex premier non si trattiene neanche nell’esprimere la sua scarsa fiducia nei confronti di uno dei due giudici: si tratta di Claire Thépaut «Iscritta al sindacato SM, la cui ossessione politica è distruggermi».
Il sindacato francese della magistratura (SM) ritiene le accuse di Sarkozy una strategia che mira a «gettare discredito su chi lavora per la verità».
Se non mancano le lamentele e le accuse nei confronti del potere dei giudici, Sarkozy conclude: «Sono un normale cittadino e voglio essere trattato come tale dalla giustizia francese». E quindi: «Se ho commesso degli errori me ne assumerò tutte le conseguenze, non sono un uomo che si sottrae alle sue responsabilità». Non è in gioco solo la reputazione di Nicolas, ma di tutto ma tutto il sistema di potere da lui capitanato: un’intera galassia coinvolta nelle sette inchieste in cui emerge il nome di Sarkozy.
E in tutto ciò, che fine ha fatto Carla?
Non sono mancati tweet taglienti nei confronti della première dame: in molti sono pronti a scommettere che non tarderà a “mollare” il suo adorato consorte.

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