(Video)Ucraina finita la tregua, ancora bombe e propaganda

La tregua dichiarata da Poroshenko è durata appena una settimana e non è servita a nulla: non a fermare le violenze, visto che non c’è mai stato un reale cessate il fuoco , non ad aprire un tavolo negoziale coi ribelli, del resto questo non era mai stato tra gi obbiettivi di Kiev, né a migliorare i rapporti con Mosca, costantemente sull’orlo della guerra diretta.

 

 

La ripresa dei bombardamenti è  stata annunciata da Poroshenko il 1 Luglio con una dichiarazione tesa a schiacciare i ribelli di Novorossia, dando loro la colpa di tutto, compresi i massacri di civili compiuti da Kiev e la bancarotta del governo ucraino: ‘Attaccheremo e liberemo la nostra terra. La mancata proroga del cessate il fuoco è la nostra risposta ai terroristi, ai ribelli, ai malfattori, a tutti coloro che torturano i civili, che paralaizzano l’economia nazionale, che impediscono il pagamento delle pensioni e dei salari, che fanno esplodere stazioni ferroviarie e distruggono gli acquedotti, coloro che negano alla gente una vita normale’. Subentrato a fine Maggio, con la guerra civile ampiamente in corso, questo rappresenta il primo ordine da comandante in capo militare emanato dal magnate dei dolciumi di cui, minaccia Putin, ‘Poroshenko si prenderà ogni responsabilità militare e politica’. Il primo atto di cui Poroshenko si è reso responsabile a poche ore dalla ripresa degli attacchi in larga scala è il bombardamento del centro di Kramatorsk, documentato in questo video dal cronista Patrick Lancaster, nello stesso attacco si denuncia l’uso di bombe a frammentazione 9N235.

{ads1}

Intanto in Italia, dopo la denuncia dei crimini di Kiev e dell’assurda posizione UE sulla crisi ucraina effettuata in Parlamento la scorsa settimana da Marta Grande del M5S,  i media mainstream si sono soffermati sulla foto bufala citata (ingenuamente) dalla deputata, saltando di netto le questioni umanitarie e geopolitiche sollevate nell’intervento. Ufficialmente il Governo Italiano ci da notizia di telefonate intercorse tra la ministra degli esteri Mogherini e i corrispettivi ministri di Kiev e Mosca, in cui la titolare della Farnesina si sarebbe spesa per l’avvio di trattative tra le parti, il rilascio dei rispettivi ostaggi e l’invio di osservatori dell’OSCE al confine Russo-Ucraino. Quest’ultimo punto spiega la posizione italiana, visto che il confine dove si svolgono i massacri non è quello tra Russia e Ucraina, ma quello tra Ucraina e Novorossia, dove i ribelli del Donbass resistono da due mesi. Monitorare il confine con la Russia servirebbe soltanto a provare l’invio di armi dal Cremlino alla Novorossia e a scoraggiare un intervento russo nell’Est ucraino, proteggendo Kiev da Putin e non i civili del Donbas dalle bombe. Sulla stessa nota ambigua, e  quindi intrinsecamente filo-Kiev, le dichiarazioni di Renzi da Strasburgo: ‘dobbiamo ascoltare il desiderio di libertà e europeismo che provengono dall’Ucraina, senza rovinare i rapporti col partner russo’. Nessun accenno alla Novorossia, alle migliaia di civili caduti, alle stragi naziste e ai centri abitati bombardati.  Sarà contento il premier nel ricevere la lettera che l’associazione ‘Italia Ucraina Maidan‘ gli ha inviato, nella quale questo nuovo caposaldo della propaganda di Kiev in Italia, si permette di additare paradossalemnte come nazista Nicolai Lilin, scrittore (Educazione Siberiana, il suo titolo più noto) tra le poche voci libere che hanno contribuito in queste settimane a informare sulle  stragi di Pravy Sector e sui massacri perpetrati dall’esercito ucraino e dalle squadracce della Guardia Nazionale. Qui da noi va così, tra mistificazione, cialtroneria e propaganda, a Lughannsk e nel resto del Donbass  ci si confronta con una realtà molto diversa.

di Daniele Trovato

Twitter: @aramcheck76

lug

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *