Legge elettorale: lo streaming e i dribbling Renzi-5 stelle
La partita sulla legge elettorale tra PD e M5S si apre all’Estadio di Montecitorio, sono le 14.30 ed in campo ci sono entrambi con le rispettive formazioni. Per i pentastellati: Danilo Toninelli, difensore e padre del “Democratellum” la legge elettorale presentata dal Movimento, in attacco Luigi Di Maio vicepresidente alla Camera dei Deputati, con Maurizio Buccarella e Giuseppe Brescia rispettivamente ala destra e ala sinistra del contingente grillino.
Il Partito Democratico dalla sua schiera il Capitano: Matteo Renzi bomber di notoria eloquenza, Alessandra Moretti eurodeputata (qualcuno si è chiesto perché? Non è dato sapere), Roberto Speranza capogruppo a Montecitorio e Deborah Serracchiani vice segretaria PD; lo schema di gioco è chiaro sin da subito un 1 a 3 con i tre raccolti in silenzio per non dare nell’occhio.
Il match si apre con le insolite cortesi espressioni di rito, una serie di “grazie”, “siamo molto felici”, “siamo contenti di fare questo incontro”. Fischio d’inizio e la palla va ai 5 stelle che avanzano in porta grazie allo spirito esemplificativo e “Mondialcasiano” di Toninelli con un’ illustrazione del testo della legge e dei suoi 4 punti cardine: rappresentatività, governabilità, rapporto eletto-elettore e pulizia delle liste. Toninelli smarca gli avversari sul tema delle preferenze e rilancia con una novità: “Un ulteriore potere di scelta per i cittadini, quello di esprimere una preferenza negativa“. Si va così delineando lo scheletro del ddl del M5S, che prevede due schede a disposizione dell’elettore: una per la lista ed una in cui il cittadino potrà esprimere una preferenza da un lato o una de-preferenza dall’altro, penalizzando il candidato che non lo convince. Immaginando, così, il singolo voto come un limone a spicchi, la preferenza negativa espressa in sfavore al singolo candidato intacca di uno spicchio il voto totale ottenuto dal partito X, tante de-preferenze concorrono, in questo modo, a diminuire i voti raccolti complessivamente da una singola formazione. Prosegue illustrando le circoscrizioni e le soglie di sbarramento naturali che il ddl prevede, ma comunque non convince il Premier, che coglie in fallo l’avversario: “La vostra proposta la Toninelli-bis […] è gravemente deficitaria sotto il punto di vista della governabilità”, mentre sulla preferenza negativa liquida: “E’ un po’ un meccanismo che ricorda più la nomination del Grande Fratello che l’elezione con preferenza”. Nel continuo flip-flap, tra dribbling e giravolte Lionel Renzi manterrà il possesso palla, senza farsi sfuggire qualche stoccatina da 40,8%: “La Moretti ha avuto 230mila preferenze […] lei presidente Di Maio quanto ha preso alle primarie?”, ma con una rete segnata in fuori gioco: “Se aveste detto prima che facevate l’accordo con Farage, magari vi avrebbe votato qualcuno in più o forse (annuisce) qualcuno in meno”, “Anche voi avevate detto che Bersani avrebbe fatto il Presidente del Consiglio” replica Di Maio, rispolverando un fair-play da #vinciamopoi che trattiene una voglia irrefrenabile di polemica.
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L’incontro si esaurisce con un rinvio ai tempi supplementari, che in politichese si traduce in altri 3-4 giorni di chiacchiere e confronti ma con la promessa del Premier, che deve andare a “lavorare”, di sintetizzare i propri punti cardine online sul sito del partito. Un’incontro senza scontro, che trasuda da un lato frustrazione, dall’altro la serena boria di un goleador col sorriso sulle labbra. Determinante e degna di nota l’unica affermazione della Moretti in risposta del “più tempo” chiesto da Di Maio, per un confronto anche in vista delle riforme costituzionali: “Guarda che noi vi abbiamo chiesto il confronto tante volte” bacchetta l’eurodeputata che siede alla Sinistra del Premier. Uno streaming, tuttavia, non del tutto inutile: Renzi si consacra ago della bilancia, gioca su due tavoli e da lì si gode lo spettacolo; così se da un lato Berlusconi frena sulle preferenze, dall’altro i cinque stelle aprono in questo senso ( e male che vada, il PD se la aggiusta con le primarie, no?), mentre può anche snobbare i grillini alquanto preoccupati di una legge che penalizza i partiti non in coalizione (perché tanto l’Italicum “E’ già stato approvato alla Camera”). Su quale girone si collocherà il Premier nella Confederation Cup delle riforme resta ancora una questione tra lui e il Dio in cui crede. Certo sempre meglio aspettare la sentenza sul Ruby-gate, perché il tal caso il Patto del Nazareno potrebbe vacillare.
Fonti: youtbe (qui il video integrale dello streaming)
Testi: legge elettorale M5S stelle (qui); testo Italicum (qui)
Twitter: @FedericaGubinel