Meeting Adottivi, ponti tra passato e presente
Si è tenuta, lo scorso 14 giugno presso l’Istituto degli Innocenti a Firenze, la seconda edizione del Meeting degli adottivi adulti, un’iniziativa organizzata dal Centro Italiano di Aiuti all’ Infanzia (CIAI). Il meeting rappresenta un’ occasione in cui i partecipanti hanno l’opportunità di condividere le proprie esperienze e di riflettere insieme su questioni cruciali legate al loro status.
Hanno dai 20 ai 40 anni, vivono in città diverse, studiano, lavorano, molti sono single, altri sposati e con figli. Ad accomunarli è un solo fattore: sono stati adottati.
Lo slogan della manifestazione di quest’anno è stato “Ponti tra passato e presente“, vale a dire un invito a riflettere su quanto l’esperienza dell’abbandono abbia potuto incidere sulle rispettive scelte di vita. Secondo una stima abbastanza realistica, dagli anni ’60 a oggi oltre centomila minori, grazie alle adozioni nazionali ed internazionali, hanno trovato una famiglia. Dei tanti che oggi sono diventati adulti, però, si parla poco, quasi come se l’adozione si esaurisse nell’istante dell’incontro tra il bambino e i suoi nuovi genitori. Ma quanto un vissuto adottivo può influire sulle scelte di un’intera vita? Quanto è necessario, ad un certo punto della propria vita, cercare la madre biologica? E c’è qualcuno che si sente straniero in patria? Queste le principali domande alle quali gli adottivi adulti, partecipanti all’incontro, hanno cercato di dare risposta, sotto la guida di psicologi esperti del settore che hanno avuto il ruolo di facilitatori durante i momenti di discussione.
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Alessandra Maggi presidente dell’Istituto degli Innocenti, durante il momento dei saluti iniziali ha sottolineato quanto sia importante ascoltare la voce degli adottivi e tutelare il diritto dei figli di conoscere le proprie origini per dar loro la possibilità di “ricostruire, laddove possibile”.
In rappresentanza della Conferenza dell’Aja, Laura Martinez-Mora responsabile legale della Segreteria, ha manifestato apprezzamento e interesse verso l’iniziativa pronunciando le seguenti parole: “La vostra opinione, la vostra esperienza è fondamentale per noi addetti ai lavori a livello internazionale, per poter migliorare l’accoglienza di bambini in stato di abbandono, per capire come sono cambiate le adozioni prima e dopo la Convenzione dell’Aja. Il lato dell’adozione che vedo è quello delle sfide e chi meglio di voi può aiutarci a capire se, in un momento in cui anche molti tecnici contestano l’istituto dell’adozione, a vostro avviso è invece una misura di protezione che bisogna continuare ad applicare”.
Avrebbe dovuto aprire l’incontro Silvia della Monica, presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, ma purtroppo è stata impossibilitata a partecipare all’evento ed ha inviato un saluto e un messaggio di apprezzamento.