Born Liars. De Filippo secondo Laurence Cantor

Il genio di De Filippo approda al June Havoc Theatre di New York nell brillante versione del drammaturgo Laurence Cantor. Born Liars è la trasposizione in inglese di Le bugie con le gambe lunghe, che Cantor sceglie di ambientare nella New Orleans ai tempi della Guerra Civile.

Lo scrittore trova che il periodo della secessione Americana sia quello che assomiglia di più alla Napoli dell’immediato dopoguerra di Eduardo. Born Liars non è una mera traduzione dell’opera di De Filippo: Cantor utilizza l’originale come un canovaccio da riscrivere per il pubblico Americano e, pur rimanendo fedele allo spirito dell’originale e conservando molte delle battute storiche de Le Bugie con le gambe lunghe, reinterpreta la creazione di Eduardo in modo del tutto originale. E così Benedetto, l’industriale fedifrago, diventa Ben, il ricco borghese del periodo coloniale, mentre Libero e Costanza, sua sorella, diventano due personaggi Latini, interpretati con grande humour da Steve Garfanti e da una strepitosa Czarina Mada.

Lo spettacolo è un’iniziativa di Italy Theatre, un’organizzazione no profit fondata da Vittorio Capotorto e Francesco Pagano e promossa da Renzo Arbore, la quale ha la missione di far conoscere il teatro Italiano a di creare la prima Casa Teatrale permanente a New York. Italy Theatre, con il patrocinio della Fondazione Carlo Collodi, sta attualmente portando in scena anche Pinocchio in Manhattan, un programma formativo per i bambini delle elementari degli Stati di New York e del New Jersey volto a «promuovere una cultura della verità nelle scuole». Il progetto prevede workshops teatrali interattivi che vedranno, per l’appunto, la rappresentazione di Pinocchio in Manhattan, l’opera di Paolo Tartamella diretta da Vittorio Capotorto e ispirata al burattino più famoso del mondo.

Il successo degli spettacoli è dovuto, tra le altre cose, all’universalità del messaggio del teatro e della letteratura. Il tema di bugia e verità sembra un leitmotiv di Italy Theatre. Sia l’opera di Collodi che quella di De Filippo e dei suoi epigoni come Cantor pongono interrogativi stringenti: perché si mente? Per paura di non essere accettati? Perché la verità può essere, spesso, più dolorosa o difficile da gestire di una bugia? E, soprattutto, qual è il destino dei bugiardi? È vero che la furbizia paga più della sincerità? Eduardo mette a nudo l’ipocrisia della società e mostra come una bugia sorretta dalla complicità dell’ambiente sociale possa avere la meglio sulla verità; nella storia di Collodi, Pinocchio deve imparare a comportarsi bene per diventare un bambino vero. Impossibile addivenire ad una morale o a delle risposte univoche. Il teatro non fornisce consolazione. Può solo condurre a porsi nuove domande.

Twitter: @claudia_pulchra

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