The Dark Side of the Sun al cinema dal 19 giugno

È stato presentato ieri al Cinema Barberini di Roma il film “The Dark Side of the Sun” regia di Carlo Shalom Hintermann, animazione di Lorenzo Ceccotti, che uscirà in sala il 19 giugno distribuito da Microcinema Distribuzione in 15 copie nelle principali città capozona. Il film è una produzione Citrullo International e Rainbow in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con NHK, DR TV, YLE e con Lorenzo Ceccotti e Michele Petochi.
Giugno è nell’immaginario di tutti i bambini e gli adolescenti il mese in cui scoppia l’estate, finiscono gli esami e gli impegni scolastici e le comitive si riversano sulle spiagge, per trascorrere giornate intere sotto il sole. Purtroppo quella che dovrebbe essere la normalità per tutti i bambini e i ragazzi non lo è per quelli affetti da XP, Xeroderma Pigmentoso, per i quali il sole è un nemico mortale. Questa malattia, che colpisce la pelle e impedisce di esporsi alla luce del sole e, a volte, anche a quella di alcune lampade artificiali, è molto rara e costringe i pazienti a vivere di notte, in una dimensione completamente rovesciata, lontana dal mondo diurno dei loro coetanei.
Proprio di questi bambini e ragazzi racconta il film di Carlo Shalom Hintermann, “The Dark Side of the Sun”, che mostra come a Camp Sundown, un campo estivo nello stato di New York creato dall’immaginazione e dalla tenacia di due genitori per raccogliere pazienti da tutto il mondo, si cerca di far vivere a pieno a questi ragazzi la propria vita, nonostante la malattia, anche se solo per un’estate.
Il film, presentato al Festival di Roma in inglese con sottotitoli in italiano, uscirà al cinema nella versione doppiata in lingua italiana grazie al lavoro di Rodolfo Bianchi, direttore del doppiaggio, e ai preziosi contributi di Pino Insegno e Leo Gullotta. Pino Insegno ha regalato la voce a Dan Mahar il tenace fondatore, insieme a sua moglie, di Camp Sundown e al personaggio di Father Night, presente nella parte animata; mentre Leo Gullotta ha prestato invece la voce sia ad un simpatico tasso che a Kevin, uno dei ragazzi di Camp Sundown.
Pino Insegno racconta così la sua esperienza al doppiaggio del film: “Io non amo lavorare se non mi innamoro di un progetto. In questo caso non sono uscito dalla stanza per tutto il doppiaggio del film e alla fine li ho ringraziati, perché mi hanno dato la possibilità di far parte di questa operazione che spero avrà una eco grandissima. Mi auguro che possa avere fortuna, che sia visto anche nelle scuole perché questo progetto è come se rifondasse il documentario. Essere testimonial può fare molto, se c’è costanza e quotidianità: io sono qui perché sono entusiasta di questo nuovo modo di comunicare la malattia, una maniera romantica e poetica”.
Gerardo Panichi, della produzione Citrullo International racconta l’avventura produttiva del film: “È stata molto complicata e faticosa. Con gli altri soci della Citrullo abbiamo sempre cercato di fare cinema del reale, cercando di fare cose che ci piacessero, ma in questo non abbiamo mai trovato troppo sostegno in Italia a livello produttivo. Però tutto il processo della produzione è stato costellato da momenti fantastici, come l’incontro con Igino Straffi della Rainbow nel quale abbiamo trovato una persona fantastica e in pochissimo tempo ha deciso di sostenerci e ci ha aiutato a chiudere il processo produttivo e siamo riusciti a portare a termine il film”.

In Italia c’è UNIAMO, la Federazione Nazionale delle organizzazioni di pazienti affetti da patologie rare, che da sempre è impegnata nella tutela dei diritti e nel miglioramento della qualità della vita del paziente e della sua famiglia. È stata presente in conferenza stampa Velia Maria Lapadula del direttivo di UNIAMO e in rappresentanza della AST, l’Associazione dei pazienti affetti da Sclerosi Tuberosa Onlus. Lapadula ha raccontato come “le malattie rare quando si raccontano hanno bisogno di speranza perché questi bambini ci raccontano la speranza e costruiscono dei ponti per poter avvicinare le persone che sono distanti a questa dimensione. Nel film il messaggio che è piaciuto tantissimo è proprio quello della speranza e nelle città in cui uscirà ci saranno alcuni rappresentanti delle Associazioni di malattie rare che cercheranno di fare un lavoro di informazione”.
“Parlare di malattia rara vuol dire parlare di un intero universo” – ha affermato il regista Carlo Hintermann. “Ad un certo punto la BBC mi propose di comprare la sceneggiatura ma avrebbero fatto loro la regia. Per me significava vendere il mio rapporto con Camp Sundown e questo non lo avrei mai permesso, infatti gli ho risposto: ma i rapporti personali si vendono? Quella sceneggiatura ci apparteneva e nessuno avrebbe potuto raccontarla. Il film è stato sperimentare con linguaggi diversi, anche grazie all’animazione (che dura 30 minuti), il racconto della notte e il rovesciamento di questo universo. Se la notte è per il bambino il momento del buio, dell’incertezza, nel film diventa un momento magico, dove i sogni degli stessi bambini sono stati riprodotti e trasposti in animazione. I suggerimenti stessi dei bambini hanno creato dei personaggi che troviamo nella parte animata che altrimenti non avrebbero preso vita”.

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