Energie rinnovabili, la grande sfida di Obama
«Quando si parla di come affrontare il problema dei cambiamenti climatici e le sfide energetiche, ho una regola semplice: se si riesce a cambiare le cose in America, cambieranno anche nel resto del mondo. Se l’America introdurrà parametri energetici più stringenti, non solo i Paesi che si sono nascosti dietro la nostra inazione faranno altrettanto, ma la nostra industria sarà stimolata a inventare più sistemi di aria pulita e risparmio energetico».
Con queste parole Barack Obama descrive una delle più importanti «sfide a lungo termine» del proprio mandato: combattere il riscaldamento globale. Il Presidente degli Stati Uniti ha ribadito il proprio impegno a favore della protezione ambientale in un’intervista rilasciata a Thomas L. Friedman per il New York Times.
Tra gli obiettivi prefissati da quest’amministrazione ci sono il contenimento del riscaldamento globale affinché non superi il limite di aumento di 2 gradi Celsius – che gli scienziati considerano la soglia superata la quale si verificherebbero degli effetti irreversibili -, la riduzione dell’uso di combustibili fossili e l’utilizzo di energie alternative.
Obama sostiene che gli Stati Uniti debbano svolgere il ruolo di leader per la lotta al cambiamento climatico, e ha elaborato un piano che, tra le altre cose, prevede la modernizzazione delle centrali elettriche, responsabili, da sole, di un terzo delle emissioni, e il ricorso ad energie pulite. Il programma per porre un freno all’inquinamento è stato ripreso e messo a punto dall’EPA, l’Agenzia per la protezione ambientale, che ha prospettato nuovi standard per l’utilizzo di combustibili.
Secondo un rapporto del National Climate Assessment, il programma intergovernativo che studia il fenomeno, i mutamenti climatici sono dovuti principalmente alla mano dell’uomo. L’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci e alcuni fenomeni meteorologici “estremi” come siccità, alluvioni e uragani non sarebbero fisiologici, ma frutto dell’inquinamento da carbonio, le cui ripercussioni hanno già effetto sulla salute delle fasce di popolazione più vulnerabili.
L’aumento di temperature ha, inoltre un forte impatto negativo per l’economia: per rimediare agli effetti devastanti del global warming, gli Stati Uniti, nel solo 2012, hanno speso oltre 100 miliardi di dollari (fonte White House).
Tuttavia, nonostante l’evidenza scientifica l’amministrazione si trova a dover fronteggiare lo scetticismo di chi ancora nega gli effetti del riscaldamento globale, e l’ostruzionismo di tra quei rappresentanti del Congresso che osteggiano una riforma sulla protezione dell’ambiente. Obama è consapevole dell’importanza del sostegno dell’opinione pubblica in una battaglia come questa, ma non si limita ad “inseguirla”: l’auspicio è quello di realizzare uno “shift”, un cambiamento consapevole della percezione del problema e combattere il cinismo di chi crede che sia già tutto perduto.
Twitter: @claudia_pulchra