Intervista esclusiva a Giulia Leni pre Mondiali di calcio

Cosa possono avere in comune il calcio e un’ex ginnasta? Ce lo prova a raccontare in quest’intervista esclusiva Giulia Leni, la ginnasta che ha inseguito il suo sogno e, fuori dalla palestra, sta cercando di fare altrettanto da quando ha lasciato questo sport.

Spiritosa, allegra e disponibile, Giulia ha cercato di dire la sua su questo mondo tanto bello quanto oscuro, in vista dei prossimi Mondiali in Brasile che inizieranno nei prossimi giorni.

Mancano pochi giorni all’inizio dei Mondiali di calcio. Tu sei un’ex ginnasta, ma ti reputi una tifosa di questo sport?
“In realtà io non seguo molto il calcio come tifosa, nel senso che se mi dovessi chiedere “c’è una squadra per la quale tifi” io non avrei una risposta. Però, durante la mia permanenza a Brescia ero in una casa di milanisti quindi, per osmosi, ero diventata tifosa anche io. Quando c’erano le partite e il Milan faceva goal, Fabrizio e Folco (Donati, figlio e padre, ndr.) iniziavano a esultare e non potevo fare a meno di aggregarmi. Come tutti gli sport, anche qui vigeva la scaramanzia. Per esempio, se io mi trovavo in cucina a studiare nel momento del goal, dovevo rimanere lì. Comunque, anche se non tifo nessuna squadra in particolare, quando gioca l’Italia divento una super tifosa, con tanto di bandiera italiana dipinta sulla guancia.”

Da sportiva, quanto è frustrante o scoraggiante il fatto che in Italia tutti gli sport sono considerati inferiori al calcio?
“A essere sincera, devo dire che questa cosa un po’ pesa, senza nulla togliere al calcio. Penso che nel mondo ci siano davvero tantissimi sport, e tutti molto belli, che meritano di essere conosciuti a livello internazionale. A me a volte è capitato di conoscere campioni del nostro mondo che proprio non conoscevo, e credo siano queste le cose che dovrebbero avere maggiore visibilità. Dopotutto, dietro una vittoria ci sono molti sacrifici e difficoltà che spesso sono maggiori rispetto a quelli che un calciatore incontra nel corso della sua carriera.”  {ads1}

E la ginnastica artistica dove la inserisci?
“Beh, grazie al programma di MTV (Ginnaste Vite Parallele, ndr.), i palazzetti hanno cominciato a riempirsi e noi ginnaste siamo diventate delle piccole “stelle” con tantissimi fans al seguito e questa è una cosa davvero bellissima. Anche solo il fatto di tornare a casa dopo un allenamento andato male e trovare tutti i messaggi di queste bambine che ti sostengono, ti fa tornare il sorriso e, ovviamente, questo rende tutto più facile. Inoltre, la gente ha finalmente capito cosa c’è veramente dietro ai body luccicanti e agli esercizi. Ci sono tantissime ore di sacrificio, infortuni, pianti, insieme alle soddisfazioni!”

Quanto la ginnastica artistica, su una scala da uno a dieci, è differente dal calcio?
“Ci avviciniamo molto al dieci. Intanto c’è da dire che il calcio è uno sport più longevo che puoi fare anche a 35 anni o più, mentre per la ginnastica non è così. O meglio, puoi continuare, ma ci saranno sempre ragazzine più giovani di te e meno indolenzite che ti supereranno (a meno che non sei Vanessa Ferrari, aggiunge Giulia sorridendo). Quindi, la tua carriera inizia in giovanissima età e, parlando di nazionale, solitamente dopo un quadriennio olimpico si inizia sempre a fare un pensierino sul rallentare un po’ il tutto. Poi, iniziare uno sport quando si è molto piccoli, leva tempo e spazio alla tua vita privata: amici, feste, pomeriggi spensierati… per il calcio non è così.”

Perché non lo è?
“Come dice la parola stessa, il “gioco del calcio” è diverso. Diventa serio a partire dai 15/16 anni. In ginnastica, alla stessa età, o hai già fatto parte della squadra azzurra oppure è difficile che tu riesca a entrarci successivamente. Nel nostro sport un infortunio nel momento sbagliato può impedirti di realizzare il tuo sogno, mentre nel calcio hai la possibilità di riprovarci. Se noi ci facciamo male, per esempio, a due settimane dalle Olimpiadi, stai sicuro che c’è qualcun altro a prendere il tuo posto e il tuo sogno svanisce così sotto i tuoi occhi perché è molto difficile che quel posto tornerà a essere tuo dopo quattro anni. Nella ginnastica quando il treno passa se sei pronta devi salirci su, altrimenti rimani a guardare speranzosa nella prossima fermata e vi garantisco che quattro anni passano davvero in fretta.”

Abbiamo capito che comunque di calcio te ne intendi. Quanto senti lo spirito da tifosa quando in campo gioca l’Italia?
“Quando gioca l’Italia è un’emozione grandissima. Io guardo sempre le partite con gli amici e ci divertiamo come pochi! Sempre tutti colorati, truccati, mangiando patatine e pop corn davanti la TV. Quando l’Italia vinse i Mondiali nel 2006 io non levai mai la mia maglia di Buffon, tanto per rimanere in tema di scaramanzia! Anche quest’anno credo che non mi perderò nessuna partita e saranno sicuramente un’ottima distrazione e carica per gli esami liceali che mi aspettano tra pochi giorni.”

Ginnasti e calciatori: punti in comune e non…
“Come punti in comune credo che l’emozione che possa suscitare una vittoria sia indescrivibile qualunque sport tu faccia ed è il giusto prezzo dopo ore e ore di allenamento estenuante. Inoltre, come noi siamo quasi “costrette” ad allontanarci di casa per inseguire il nostro sogno, lo stesso penso valga per loro.
Come differenze, a parte quelle già dette prima, senza dubbio c’è la parte economica. Lo stipendio dei calciatori è alle stelle, il nostro non si avvicina neanche lontanamente al loro. Infine, la ginnastica è molto più emozionante e coinvolgente dell’inseguire un pallone per novanta minuti e darle più visibilità potrebbe essere solo che una cosa positiva!”

Twitter @FlaviaCapo

 

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