Don Ciotti: il contrasto dei traffici s’impara a scuola
«La mafia teme più la scuola che la giustizia, l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi alla cultura mafiosa» ; è con questa frase che ieri Don Luigi Ciotti, ha accolto i vincitori di tre concorsi organizzati da Libera, all’interno del Ministero della Pubblica Istruzione.
Sono stati premiati, nell’ambito del concorso “Regoliamoci!” giunto alla sua VIII edizione, alcuni studenti delle scuole primarie e secondarie di Torino, Andria e Cuneo; i ragazzi hanno vinto grazie all’ideazione di un cartone animato, alla creazione di un fumetto e alla realizzazione di un cortometraggio sul tema “Stop traffico!”. Alla presenza di Don Luigi Ciotti, Franco La Torre – figlio di Pio La Torre, politico e sindacalista ucciso per mano mafiosa nel 1982- Giovanna Boda direttore generale per lo Studente, Elena Fava – figlia del giornalista Giuseppe Fava ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984- sono stati consegnati altri premi ai vincitori del concorso “Pio La Torre”, sul tema dei beni confiscati e ai vincitori del concorso giornalistico dedicato proprio al giornalista ucciso dalla mafia e sul tema: «News contro le mafie. Apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità e le ingiustizie». Al termine della premiazione, Don Luigi Ciotti ha sottolineato, davanti a bambini, studenti e insegnanti, l’importanza della scuola e della conoscenza nella lotta alla criminalità organizzata: «Un nostro amico Nino Caponnetto, un grande magistrato, sapete, che è riuscito a mettere insieme altri magistrati per lavorare bene insieme contro Cosa Nostra, questa persona un giorno ci disse, con la sua esperienza, con le sue fatiche, con la sua passione “la mafia teme più la scuola che la giustizia, l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi alla cultura mafiosa” allora, avete capito perché ci siamo assunti questa responsabilità? Il contrasto dei traffici, in un mondo dominato dalla forza e dall’inganno, perché é questo che avete fatto emergere nei vostri elaborati, dove troppe persone sono ridotte a merce e a cose, ecco, il contrasto dei traffici si impara innanzitutto in famiglia, se c’è un percorso educativo, e a scuola. Con la conoscenza si risvegliano le coscienze; conoscere per diventare persone più responsabili. Questo Ministero mi deve dire perché in Italia abbiamo sei milioni di analfabeti e siamo agli ultimi posti per dispersione scolastica».
Don Ciotti ha poi continuato spiegando agli studenti come ognuno debba sentire dentro di sé le ferite degli spari di chi è stato ucciso dalla mafia «Tuo papà oggi, e tuo papà oggi (rivolgendosi a Franco La Torre ed Elena Fava n.d.r.), con questi ragazzi, sono qui e io li ho sentiti vivi, io li ho sentiti vivi. Il giorno 28 di maggio ero a Piazza della Loggia di Brescia mi hanno chiesto di essere con loro, quarant’anni fa la strage di piazza della Loggia; non c’è una strage, ragazzi, in Italia di cui si conosca la verità, il 75% dei familiari delle vittime innocenti di mafia non conosce la verità. Abbiamo bisogno di verità e la verità ha bisogno del contributo di ciascuno di noi, continuiamo anche noi ad essere cercatori di verità, facendo la nostra parte. Ribelliamoci anche noi ai traffici con le nostre coscienze, c’è traffico con la coscienza quando cediamo ai compromessi, quando non facciamo le cose che dovremmo fare o quando decliniamo le nostre responsabilità di persone e di cittadini, ci sono troppi cittadini a intermittenza, troppi che si commuovono senza fare niente».
@DeCanistra