Il voto vuoto
A quattro giorni dai risultati definitivi di un voto europeo che ha lasciato molti a bocca aperta, quando ormai le nuvole di polvere si sono posate, e il clamore ha cominciato a quietarsi, possiamo, e forse dobbiamo, cominciare a ragionarci su. Non perché abbiamo una passione viscerale per i dibattiti, le riflessioni e i pipponi post-elettorali, ma direi per semplice e sana autostima.
Tutti, a ragion veduta, guardano a un dato che nessuno si aspettava: un Partito Democratico sopra il 40% nonostante tutto. Alcuni dimenticano che l’astensione ha comunque battuto di qualche punto il PD. Due dati che insieme lasciano perplessi. Commentatori autorevoli, dalle prime pagine dei giornali o dalle conversazioni del lunedì al bar, hanno già evidenziato come una parte cospicua di questa decina e più di milioni di voti siano da definire “impauriti”. Impauriti da che? Ma da quel terribile spettro di Grillo, tutti temevano che avrebbe fatto il botto, e se avesse fatto il botto sarebbero state botte per tutti. Dunque, a conferma dei commenti, elettori dal viso non proprio disteso rivelano: ho votato Renzi perché temevo che Grillo… {ads1}
Senza considerare che forse è una delle ragioni più intelligenti che si sentono in giro per votare PD, ci si domanda solo una cosa: ma che accidenti di ragione sarebbe? Si tenti almeno di dire che dopo una valutazione delle persone e dei programmi il PD sembrava una valida alternativa, si tenti di camuffare il proprio disinteresse con dei “motivi familiari” o incombenze qualsiasi, si tenti di giustificarsi in qualche modo ma a ragion veduta, piuttosto di ammettere scientemente di avere votato autenticamente alla cazzo di cane! E non solo perché ispirati, o incoraggiati dalla parlata di Renzi, che dio lo salva che è toscano perché se fosse stato calabrese non avrebbe ispirato nessuno, oppure perché impauriti da Grillo, o delusi dalla sinistra.
D’altro canto non si possono né vedere né sentire gli sciacalli pronti a banchettare sulla carcassa di un Movimento 5 Stelle che comunque sta al 20%, che se lo avesse raggiunto la Lista Tsipras avremmo visto bandiere rosse in piazza fino al sabato mattina. Questo sfilare di #vinciamopoi, #vinciamono, insulti, sberleffi e commenti pietosi sputati addosso a un nemico che fino a poco prima faceva infilare la coda tra le gambe sembra qualcosa insieme di sadico e di ridicolo. Un atteggiamento caratteristico appunto del tipo umano del militante PD, che a pelle si sforza di fare lo stesso effetto di uno di Comunione e Liberazione e non si riesce a capirne il motivo.
Però anche il Movimento…per una volta che poteva suscitare la simpatia che l’animo di sinistra dedica all’essere minoranza, in meno di 48 ore se ne esce con una faglia interna che somiglia alle Marianne e un’intesa con gli euro-stronzi inglesi che fa rabbrividire. E santo dio!
Allora all’autostima dell’italiano non resta che una soddisfazione: considerati quei venti che non hanno votato, altri venti che hanno PD come se avessero trovato il Partito di Dio, quei dieci che hanno votato il Movimento, quei sette che hanno votato il condannato, quei tre che hanno votato gli animali sul carroccio, quei due che hanno votato Alfano e compagnia…considerati tutti questi, su cento italiani ne restano due (!) che hanno votato la Lista di Sinistra. Questo però significa che se già ne conosci quattro stando alle tue possibilità geografiche conosci tutti quelli di sinistra della tua città.
Dunque, sempre per salvare l’idea che avevamo di noi italiani come popolo brillante, creativo o intelligente, non resta che continuarci a domandare perché, all’indomani di un voto che si basava sul vuoto, ci sia rimasto solo il vuoto: il pieno dove si è versato?