Car2go: pregi e difetti dell’invasione delle Smart bianche e azzurre

Tempo fa Ignazio Marino disse: “Vogliamo una città che rispetti di più l’ambiente. Per questo l’obiettivo è puntare parte della mobilità sul concetto di sharing delle biciclette e delle auto. Vorrei che i romani si innamorassero di un nuovo modo di vivere la città”.

Queste parole furono pronunciate alla conferenza stampa di presentazione del servizio di car sharing, alla vigilia dell’invasione di quelle Smart bianche e azzurre che, da marzo, scorazzano indisturbate per le vie del centro. Stiamo parlando di Car2go, il servizio di car sharing, ormai più che noto ai romani, che conta centinaia di iscritti al giorno, e dà la possibilità ed il vantaggio di avere, con un piccolo contributo, un’auto sempre a disposizione con carburante incluso, di entrare nella Ztl e di parcheggiare gratis sulle strisce blu. Per poterne usufruire è sufficiente avere la patente di guida e una carta di credito, ci si registra sul sito web dell’azienda, si va a ritirare la “member card” in uno dei diversi punti Car2go sparsi per Roma, ben sei, e si è pronti per salire a bordo di una delle Smart della flotta.

{ads1}

L’idea geniale è stata l’invenzione del concetto di “flusso libero“, utilizzato in Germania già dal 2007: toglie il vincolo di riconsegnare la macchina, la si localizza con lo smartphone e si sa già tutto di lei, persino se è pulita e quanto carburante ha, inoltre nel corso di una giornata l’auto può essere noleggiata più volte. Tutto molto comodo, talmente comodo che fa quasi sembrare “antico” il vecchio car sharing con abbonamento, con vetture che andavano prese, e poi riportate, nello stesso posto. Questo servizio non è una prerogativa di Roma, anche Milano e Firenze ne usufruiscono. A Milano, in particolare, sono disponibili 600 Smart in condivisione fra oltre 65mila iscritti che effettuano una media di 25mila noleggi a settimana. A Firenze, il servizio è stato attivato da poco e per il momento propone 200 vetture in condivisione.

Tuttavia non è tutto oro quello che luccica. La prima pecca sta nei costi. La tariffa Car2go non è certo alta e, sicuramente, è molto più bassa di quelle praticate dai taxi, però dipende dagli orari. Utilizzare Car2go la sera e in condizioni di traffico scorrevole diventa estremamente più economico rispetto a un taxi, ma la convenienza crolla nelle ore di punta, quando il pagamento al minuto lievita, poiché il malcapitato guidatore resta intrappolato nel traffico. C’è poi la questione del parcheggio. Nonostante si stia parlando di agili Smart, non possono assolutamente essere lasciate “a pettine” quando il parcheggio è “in fila“, e chi sbaglia paga: più volte i vigili hanno messo le ganasce ad una di queste vetture. Un altro piccolo problemino è individuare l’ubicazione del veicolo, cosa che si fa tramite app, il tutto in maniera apparentemente semplice, veloce e funzionale: con pochi clic si prenota l’auto leggendo la distanza e la percentuale di pieno carburante. Il sistema di geolocalizzazione però non è sempre così preciso, e può capitare di dover perdere qualche minuto in più per trovare la macchina. Car2go a Roma ha una flotta di circa 300 Smart, la sua formula magica dice: “Troverai sempre una vettura nella tua zona“. Ma sarà vero? Spesso, a detta di chi utilizza il servizio, capita di trovarsi lontani almeno due chilometri dalla vettura, ed è importante sapere che il servizio copre soltanto una porzione della Roma racchiusa all’interno del Gra, ed il noleggio può essere terminato solo dentro ai confini dell’area servita che, se vogliamo fare un esempio pratico, a est si ferma all’altezza di via di Acqua Bullicante. Il che non ci sembra molto comodo.

Il grande successo avuto a Roma non si riscontra però nel resto d’Europa, dove il car sharing non è la novità dell’anno ma qualcosa di già visto, rivisto e accantonato. Nelle grandi città italiane, come è noto, trovare parcheggio è un incubo, il nostro servizio pubblico è quello che è, dunque non affidabile, tutte cose che all’estero non esistono. Per fare un esempio, Car2go ha annunciato che chiuderà le operazioni nel Regno Unito, dove il servizio era attivo nelle città di Birmingham e Londra, e dove non ha mai raggiunto i 10mila clienti necessari a garantire fra le cinque e le otto corse che sarebbero necessarie a rendere l’impresa sostenibile. Perché? La risposta è facilmente ipotizzabile: a Londra, come è noto a tutti, la metropolitana funziona egregiamente, dunque, perché prendere un’auto a noleggio? In conclusione, quindi, l’unico pregio più evidente di tutta questa faccenda, ci sembra la possibilità di potersi muovere indisturbati nella zona ZTL, il che non è poi così male, ma vale davvero la pena intasare ulteriormente il traffico di queste zone con la flotta di Smart? È inevitabile, a questo punto, chiedersi a cosa sia servito creare zone ZTL se poi vengono comunque invase da vetture … Non sarà (forse e per caso) che il car sharing permetta alle case automobilistiche di guadagnarci sopra?

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *