Gli scandali di cui non ci siamo accorti a causa delle elezioni

Sepolta sotto la coltre di polemiche post elettorali e twittafondaie della serie #vinciamonoi, #vinciamopoi, #vinciamono la sconfitta a cinque stelle ha cavalcato la scena mediatica dell’ultima settimana, settimana anche a monopolio renziano (come al solito d’altronde) ma ricca di succulente novità che, invece, sono rimaste in sordina.

 

E’ infatti notizia degli ultimi giorni (sfornita di hastag, ahilei!) che l’ex Ministro dell’ambiente Clini, del sobrio governo Monti, è sobriamente agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato su richiesta della procura di Ferrara. Clini avrebbe intascato oltre un milione di euro di fondi al governo, un succulento bottino destinato al progetto New Eden in Iraq. Senza hastag ma “d’Onore” è invece la confessione del boss camorrista Antonio Iovine, che conforterà di certo l’italico elettore: “C’erano dei sindaci che avevano interesse a favorire imprenditori collusi con il clan per avere vantaggi durante le campagne elettorali in termini di voti e finanziamenti” racconta O’Ninno, quando si dice il voto scambio (ah l’hai detto? Giustizialista!). Se poi ci mettiamo, l’interrogatorio di Chiara Rizzo, Lady Matacena (o forse, Lady Scajola?) che oltre a favorire il marito latitante, ai tempi d’oro, si faceva pagare la scorta dai contribuenti; Ignazio La Russa su Rai Uno (che neanche in “Full metal jacket”) si fa rasare la barba sotto il placido e divertito sguardo di Bruno Vespa e il direttore del Foglio Giuliano Ferrara che festeggia la disfatta a cinque stelle in un videomessaggio, mentre sniffa cocaina alla faccia del maloox grillesco, ci si può ritenere pienamente soddisfatti.

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Cosa potrà essere successo ancora? La rivolta degli indiani? Ebbene sì, gli indios d’America, forse un pelino più coraggiosi degli ital-troll, arco e frecce alla mano hanno assaltato il Parlamento di Brasilia contro i mondiali di calcio carioca. L’emeroteca settimanale non si può di certo definire sfornita, d’altronde, la nostra è una democrazia patologica e scordereccia, ci si arrabbia con la stessa facilità con cui ci si convince, ipnotizzati da un’informazione che nasconde, risalta e confonde lettore ed elettore. A tirar le somme, tuttavia, questa settimana è andata anche bene: la confessione di un boss, gli arresti domiciliari di un ex Ministro e la rivolta degli indiani, cosa sarebbero stati a confronto di 4.613.487 italiani che votano un signore ai servizi sociali? Ah no, è successo anche questo.

Fonti: ANSA, IlFattoquotidiano, Repubblica

Twitter:@FedericaGubinel

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