Roland Garros diario da Parigi: quatrième jour

Il secondo turno si apre con un incredibile upset: esce infatti la detentrice del titolo. Il torneo femminile diventa molto aperto ma perde la Pennetta. Le nuove leve della WTA in splendida evidenza. Fra gli uomini, facili successi di Djokovic e Federer, soffre Berdych. Dove mangiare al Roland Garros.

La quarta giornata ha fornito la terza sorpresa, la più inaspettata. Serena Williams, vincitrice nel 2013 e n.1 del mondo, ha racimolato quattro games con la 20enne Muguruza. La basco-venezuelana è in ascesa, ma sarebbe bello potere registrare un risultato inaspettato che sia frutto dei meriti della sfavorita, piuttosto che dei demeriti della stella designata. Serena è lenta, sbaglia di tutto, chiuderà con quasi due gratuiti di media a gioco. Mentre assisto alla sua disfatta, su Bois de Boulogne cala il buio ed il freddo è da stagione indoor.
Fuori Williams e Li Na, Azarenka assente. Maria Sharapova, che oggi ha rimontato nel primo set la Pironkova, è la favorita, ma in molte possono nutrire speranze.
Il mio mercoledì parigino era partito con Pennetta-Larsson. Campo6 pieno di italiani, che però assistono senza tifare. Primo set di buon livello, Flavia sbaglia molto di rovescio e fatica con il servizio, ma chiude 7-5 e quando sale sul 3 a 0 la pratica sembra archiviata. La svedese spinge solo dalla parte destra, però si riavvicina e dal 2-3 passa 4-3 vincendo due games combattuti che col senno di poi decideranno la partita. La brindisina inizia ad accusare la stanchezza, si muove poco e male forse risentendo del dolore alla coscia destra fasciata, anche se in conferenza negherà. Il dritto della Larsson diventa incontenibile ed il terzo set è senza storia. Peccato, gli spazi nel tabellone erano proprio interessanti. {ads1}
Dopo la mesta uscita di Serena, entra Roger Federer sul Lenglen. Il suo avversario, l’argentino Schwartzman, non sfigura, conquista per primo il break, anche se poi fatica a tenere il ritmo. Come sempre, lo svizzero sfrutta i primi turni per provare gli schemi offensivi. Rischia solo l’interruzione per pioggia tra primo e secondo set, ma la terra tiene bene. Sugli spalti eravamo garantiti anche da attacchi vampireschi, visto che la probabile zia di Buffy seduta davanti a me ha sfoggiato un ombrello con grossa punta di legno…
Mi sposto sul campo7, in tempo per assistere al tie break tra Nieminen e Janowicz. Il polacco, sempre più somigliante al maggiordomo di casa Addams, vince in tre set rimontando da 3-5 nel secondo e da 0-3 nel terzo, irretendo il finlandese con un paio di palle corte in risposta al servizio.
Sul Lenglen intanto Taylor Townsend – classe ’96 – è avanti un set e 4 a 1 nel secondo contro la Cornet, allorchè entrano in scena pubblico, tensione e clima. Dagli spalti si sospira e mormora anche durante gli scambi, si esulta agli errori della straniera. La francese prende coraggio e rimonta fino al 6-4. Nel terzo l’americana riparte all’attacco, sale 5 a 1 ma quando spreca quattro match points sembra alle viste un nuovo ribaltamento. Mentre la pioggia aumenta di intensità, la Cornet si avvicina 4 a 5, ma Taylor riesce infine a chiudere 6-4. Una gran prova la sua, 43 vincenti, sempre il gioco in mano. Inevitabili i paragoni con Lindsay Davenport agli esordi: se sistemerà i problemi di peso, la Townsend potrà diventare una protagonista nel tennis del futuro.

Oggi parliamo di cibo… molta gente se lo porta da fuori, la scelta all’interno è più ristretta che in altri tornei. Ci sono dei menù, panino o insalata più bevanda, che vanno dai 7 ai 13 euro se comprensivi di patatine. Altrimenti si può puntare sui sandwich confezionati, due in una busta dai 6 e 50 in su oppure sui dolci. Parigi è una delle capitali gastronomiche, ma lo si nota molto di più fuori dal Roland Garros…

Domani farò il turista, venerdì ultimo capitolo del diario.

 

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