#22annidopo: l’impresa prende a schiaffi la mafia

Il 23 maggio, data tragica nella storia italiana è diventata, con il tempo, una data simbolica; 23 maggio vuol dire giustizia, coraggio, speranza e tutto ciò che, in quel tremendo attentato, qualcuno voleva distruggere. Ma, «gli uomini passano, le idee restano» affermava Giovanni Falcone prima di quella data e #22annidopo le idee, le sue idee, sono ancora qui e qualcuno ne propone anche di nuove.

Ventidue anni dopo la strage di Capaci «Non basta solo ricordare bisogna in qualche modo cercare di fare»; é partendo da questo assunto che, in occasione dell’inaugurazione della terza edizione di Startup Weekend, Salvo Mizzi, founder di Working Capital Accelerator un programma di Telecom Italia che dal 2009 sostiene e supporta in modo diretto la nascita e lo sviluppo delle startup, ha presentato al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio una nuova idea per riutilizzare e sfruttare al meglio i beni confiscati alla criminalità organizzata. «La situazione è molto semplice, ci sono 30 miliardi di beni confiscati alla mafia, di cui tre miliardi pura liquidità, sono amministrati in modo sicuramente corretto ma poco efficace» afferma Mizzi; la proposta elaborata con Libera, Umberto di Maggio e con altre persone che hanno sottoscritto e rilanciato le ipotesi, tra i quali alcuni deputati come Paolo Coppola, Stefano Tintarelli, Francesca Bonomo, è stata illustrata attraverso alcune semplici slide, consultabili e scaricabili anche online.

 

La prima slide inizia con una frase di Di Maggio «Ogni nuova impresa è uno schiaffo alla mafia» che fa già intendere, nonostante slide e hashtag, le forti intenzioni del progetto di fare della mafia il concime per nuovi alberi da frutto. La proposta di #22annidopo è la creazione di un fondo d’investimento per le imprese innovative del Mezzogiorno, finanziato dai beni confiscai alla criminalità organizzata, al fine di finanziare l’innovazione, favorire la nascita di nuove imprese innovative, creare nuovi posti di lavoro, in particolare per i giovani e sostenere il Mezzogiorno ed aiutarlo a crescere. Affinchè il progetto sia realizzabile, «abbiamo una proposta in tre step» afferma Mizzi: il primo step prevede la creazione del fondo d’investimento per le imprese innovative destinando immediatamente un miliardo di euro; il secondo prevede la destinazione di un terzo degli immobili sequestrati ai giovani che vogliono fare impresa, creando spazi di co-working a costo zero o estremamente basso; il terzo step prevede invece che le competenze di gestione siano concentrate presso la Presidenza del Consiglio.

@DeCanistra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *