Una nuova nazione, la Novorossia, nata nel sangue
Ieri su Twitter giravano nuove immagini di civili, in calzoncini o in abito da lavoro, morti ammazzati in mezzo alla strada nelle città del Donbass che l’esercito di Kiev e i paramilitari di Pravi Sektor tengono sotto assedio da settimane. Piovono i colpi di artiglieria e di mortaio, sulla gente per strada e sulle famiglie nascoste nelle cantine, come quelle ritratte da Andrea Rocchelli nelle sue foto di guerra.
E’ morto anche lui, Andrea Rocchelli, insieme all’ interprete Andrey Mironov, mentre faceva il suo lavoro e cercava di raccontare una guerra silenziata dalla cattiva coscienza dei politici occidentali, col loro bisogno disperato di far credere che in Ucraina si lotti per la sovranità e la democrazia contro le mire espansionistiche dell’imperialismo russo. I fatti contraddicono talmente questa lettura che stavolta anche la morte di un italiano, armato soltanto di una macchina fotografica, può passare quasi inosservata. Col giusto composto cordoglio, senza le liturgie della commozione nazionale, evitando se possibile di dir troppo sul contesto e le circostanze. C’erano le elezioni del resto, in Europa e in Ucraina.
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In Ucraina arriva ampiamente annunciata l’elezione alla Presidenza del magnate del cioccolato Petro Poroshenko, 1.3 miliardi di patrimonio. Già cofondatore del partito del precedente presidente, oggi esule, Yanukovich, aveva poi cambiato sponda appoggiando prima la rivoluzione arancione, poi la protesta di piazza Majdan, collezionando nel mezzo un posto da ministro nel governo della sua attuale avversaria (sconfitta in modo schiacciante con quaranta punti di scarto), Iulia Tymoshenko. Poroshenko è un uomo di business, un volto molto più spendibile paragonato agli estremisti di Svoboda e ai nazi di Pravy Sector, evaporati alle urne con percentuali irrilevanti ma sempre utili per sbrigare il lavoro sporco. Nelle province in guerra non si è votato, Kiev non controlla i seggi e i filorussi li hanno tenuti chiusi.
Poroshenko è Presidente di un paese in piena guerra di secessione, la cui geografia politica cambia ogni giorno a colpi di bombardamenti, guerriglia e referendum. Il giorno della sua elezione le province assediate di Donetsk e Lugansk hanno annunciato la reciproca unione in una nuova repubblica indipendente, che prende il nome di Novorossia. Alla Nuova Russia (letterale) potrebbero unirsi altre sei province potenzialmente in bilico, dove cioè i russofoni sono comunque la maggioranza. Mentre la nuova nazione tenta di nascere, l’offensiva di Kiev si intensifica con bombardamenti nelle zone residenziali di Sloviansk, mentre soltanto ieri 35 morti nella battaglia per l’aereoporto di Donetsk. Un comunicato ufficiale di Mosca ha chiesto di interrompere gli attacchi, non ancora un ultimatum, per ora.
Come i filmati postati su Youtuibe da testimoni oculari avevano ampiamente mostrato nelle scorse settimane, in questa guerra si era già sparato a sangue freddo sui reporter, mentre altri hanno già fatto giorni di carcere per aver raccontato la guerra in modo sgradito. Le foto di Andrea Rocchelli e quelle dei fotografi della sua stessa associazione, si possono consultare sul loro sito Cesura.it, e sono molte belle.
di Daniele Trovato
Twitter: @aramcheck76