Roland Garros diario da Parigi: deuxième jour

Il primo lunedì del torneo parigino si chiude con la clamorosa e eliminazione del campione di Melbourne. Facili successi per Nadal e Djokovic, che improvvisa un piccolo show. Bene anche Fognini e Pennetta. La pioggia rallenta il programma, ma va meglio del previsto. Il contributo francese alla terminologia del punteggio.

Garcia Lopez è da sempre un valido indicatore della forma di un avversario ed anche stasera lo ha confermato. Wawrinka aveva iniziato la stagione sul rosso trionfando a Montecarlo, ma poi a Madrid e Roma aveva dato segnali negativi. Partito discretamente, è rimasto travolto sotto una valanga di errori gratuiti così alta che ci sarebbe voluto un San Bernardo per salvarlo. Aveva riequilibrato la contesa aggiudicandosi il secondo set, ma dalla metà del terzo in avanti ha smesso di giocare: un 2-6 0-6 inaccettabile per il numero tre del mondo. Certo per raggiungere la continuità dei primi due, Stan ha molta strada da percorrere.
Riavvolgiamo il nastro. Oggi avevo l’unico biglietto sul Centrale della settimana, ma le previsioni del tempo lasciavano presagire una giornata tribolata. Al mio arrivo trovo una pioggerellina ed i campi coperti dai teloni.
Sul campo 14, Haase e Davidenko iniziano con un’ora di ritardo. Mentre sullo Chatrier la Sharapova domina, l’olandese mostra la propensione offensiva tipica del suo paese ma il russo non è più il videogioco versione Londra 2009. 7-5 6-4 il parziale e passo su Djokovic, sceso in campo dopo Maria mentre la pioggia torna a farsi viva.
Solo cinque games prima dell’interruzione, altra ora di attesa prima che il serbo – opposto a Sousa – possa riprendere il proprio “allenamento”. Avevo previsto di vedere i primi due set, sul 6-1 5-2 le condizioni atmosferiche costringono ad un cambio campo poco più lungo e così Nole ne approfitta per mettere in scena un siparietto degno delle sue doti di istrione. Un raccattapalle gli porge l’ombrellone, lui gli dice di tenerlo e di sedersi. Glielo prende dalle mani e lo ripara, gli dà la racchetta, poi gli passa una bottiglia d’acqua, ne prende una, brindano e chiacchierano mentre il pubblico ride. Assisto al 6-2 e mi sposto. Djokovic chiuderà in tre così come Nadal, sul Lenglen con Ginepri. {ads1} Accanto alla tribuna Borotra del Centrale c’è il campo 7, dove la Vinci è avanti sulla Parmentier. Il pubblico francese fa il tifo, io mi sento in trasferta anche se gli italiani sono un discreto numero. Purtroppo Roberta non riesce a ritrovarsi dopo questo inizio stagione difficile e complice un problema alla coscia finisce col cedere al terzo. Resto lì per il primo set di Fognini. Contro Beck, Fabio si complica la vita sul 5-1, si lascia sfuggire qualche imprecazione, ma chiude 6-4 e poi vince facilmente. Torno sul 14 per la Giorgi, che avrebbe dovuto affrontare la Jovanovski, ma il tempo passa col pubblico seduto e non succede nulla. Hanno spostato la partita a domani, vengo a sapere da un’addetta. Mi aspetta lo sciagurato Wawrinka allora, vedi sopra.
Lo spettacolo latita, ma sono riusciti a completare o quasi il programma, contro ogni previsione. La terra aiuta, consente di giocare anche in condizioni di umido accettabile, mentre su erba e cemento ci si deve fermare subito.
In uno sport che ha nell’inglese la propria lingua ufficiale, è divertente ascoltare parole udibili solo qui: reprise anziché time, faux de pied invece di foot fault. Eppure non tutti sanno che il punteggio del tennis, così peculiare, è il frutto di una combinazione anglo-francese. I custodi del gioco ci hanno messo i quarti dell’orologio, con 40 che abbrevia 45, ma il “love” viene da “l’oeuf” transalpino, visto che l’uovo ha la forma di uno zero, mentre il “deuce” è mutuato dal termine “a deux”, alla pari.
Domani esordiscono Li Na, Murray e Ferrer. Le previsioni sono brutte, speriamo vada almeno come oggi. A bientot.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *