Amministrative in Grecia, un segnale per l’Europa?

Domenica non si vota non solo per rinnovare il Parlamento Europeo, ma anche per le amministrative. I risultati saranno, comunque, un segnale forte per l’Unione. In Italia? No, in una Grecia ancora funestata dalla crisi. Il 25 maggio ci saranno i ballottaggi, e le posizioni contro l’austerity sembrano destinate ad affermarsi.

Gli exit poll l’avevano dato come il vero vincitore di questa tornata elettorale ma, come spesso accade, i risultati non sono stati all’altezza di previsioni così ottimistiche. Nonostante questo, Syriza, il partito di sinistra radicale guidato da Alexis Tsipras, ha raccolto un vasto consenso, soprattutto nella zona di Atene, dove Gavriil Sakellaridis ha convinto il 19,9% dei votanti, piazzandosi in seconda posizione dopo il sindaco uscente – indipendente – Giorgos Kaminis, che si è fermato al 21,1%. Le ricette antiausterity dei candidati di Syriza hanno conquistato anche i favori dell’Attica, la regione più popolosa del Paese: nella corsa per la presidenza Rena Dourou è prima con 23,72% dei voti, contro il 22,18% del presidente uscente Yannis Sgouros. Anche se non è riuscito a sfondare, quindi, il partito del leader della sinistra europea è la prima forza politica dell‘antirigore e della lotta all’austerità a vincere nelle urne. Un termometro importante in vista delle Europee. Domenica sarà un giorno decisivo: Tsipras, che punta a conquistare nove regioni e almeno cinquanta comuni, rilancia la sfida al premier conservatore Samaras, secondo cui «stabilità è la parola d’ordine». La partita contro il «governo del memorandum» e del rigore è ancora tutta da giocare: quelle più belle, dice «si vincono al secondo turno».

Un segnale importante – e preoccupante – però, arriva anche dalla destra. Dall’estrema destra, anzi. I nazionalisti di Alba Dorata hanno conquistato percentuali che vanno dal 10% di Ilias Panayotaros, candidato presidente della Regione dell’Attica, all’exploit di lias Kasidiaris, che ha riscosso preferenze tra il 14 e il 17%. Tutto questo nonostante gli arresti dei mesi scorsi che hanno portato in carcere diversi deputati con l’accusa di costituzione di banda criminale, l’omicidio del rapper antifascista Pavlov Fyssas e le posizioni dichiaratamente xenofobe e filonaziste. Mentre i movimenti di estrema destra minacciano di affermarsi alle elezioni europee, quello della Grecia può essere un nuovo campanello d’allarme sull’ingresso dei nuovi fascisti al potere. Il Paese piegato dal debito si mostra sempre più come un paese spaccato, in cui all’austerità imposta dal governo conservatore (che comunque ha ottenuto il 44% dei consensi nelle zone centrali) i cittadini sembrano preferire le alternative radicali di Syiriza e Alba Dorata. Da opposti versanti, quindi, gli elettori sembrano condividere la critica radicale all’Europa dellea Troika, del debito e delle banche. Che la proposta sia quella di riformare l’Europa e il rapporto con i singoli Paesi o di abbandonarla, l’idea di Unione Europea proposta sinora e la via per uscire dalla crisi indicate da Bruxelles non sembrano più essere in grado di soddisfare i cittadini. 

 

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