Il “complotto” anti-Berlusconi

La bomba è esplosa: i complotti contro il Cavaliere, ai tempi in cui era ancora a capo del governo, sono una realtà e non una semplice fantasia o giustificazione di Berlusconi stesso. È quanto rivelato dall’ex segretario del Tesoro americano, Timothy Geithner, nel suo saggio “Stress test”.

Secondo questo, nel 2011, periodo di grave crisi economica, egli stesso sarebbe stato invitato a collaborare per la caduta del premier italiano del tempo, Silvio Berlusconi. Precisamente: «Volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato». Berlusconi dichiara: «Io non ho mai parlato di complotto, non mi piace, ma di azione di interesse contro un presidente del Consiglio che non permetteva a Francia e Germania di portare avanti i loro interessi». Tuttavia, l’ex premier tiene a ricordare che, nel corso del G20 a Cannes, più di un collega gli aveva posto lo stesso quesito che lo aveva allertato non poco: «Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perché sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti…». Si sarebbe trattato di un reale tentativo di soppiantare un governo eletto tramite voto dai cittadini con uno imposto, tramite un movimento interno all’Italia stessa, poi estesosi anche all’esterno.
Del resto, quanto riportato dall’ex ministro americano non costituisce un caso isolato, ma va a completare ciò che era già stato narrato da Zapatero nel suo libro “Il dilemma” e da Tremonti in “Bugie e verità”.
Ma perché tanta ostilità?
Berlusconi, ai tempi, aveva richiesto che la partecipazione al Fondo Salva Stati fosse proporzionale alle quantità di titoli “tossici” posseduti dalle banche nazionali e non alle capacità economiche di ciascuna nazione, comportando un esborso maggiore da parte di Francia e Germania. {ads1} Manuel Barroso difende l’Ue: «L’Italia era vicinissima all’abisso e al G20 di Cannes alcuni tentarono di metterla sotto la supervisione del Fmi ma sarebbe stato un disastro e noi siamo stati quasi soli a dire che non doveva succedere». Le manovre di cui parla Geithner non sarebbero, dunque, da attribuirsi a organi Ue.

Del resto, lo stesso Geithner non avrebbe rifiutato il “complotto”, rimanendo fedele all’asse della Bce, nel tentativo di salvare l’Ue.
Il Colle ricorda: «Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l’8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani».
La domanda da porsi e che, si spera, si sia posto il governo Renzi è: si tratta effettivamente di informazioni capaci di influenzare la politica italiana attuale?

«La presidenza del Consiglio non ritiene di prendere in questo momento alcuna iniziativa trattandosi di una vicenda che ai nostri occhi appare avere una caratura più letteraria che storica in questo momento», ha precisato Ivan Scalfarotto, sottosegretario dei rapporti con il Parlamento. Sostanzialmente.
Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ha proposto alla Camera dei deputati la possibilità di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta per andare a fondo nella vicenda ed individuare i veri responsabili.
«Quando parlo devo ricordarmi sempre che non posso attaccare la magistratura, non posso parlare del Capo dello Stato, perché in quel caso mi si dice ‘scherzi con il fuoco’, basterebbe un passo falso al di fuori del perimetro che mi è stato segnato, ed essere consegnato ai domiciliari o a San Vittore», dichiara Berlusconi sconsolato ma, in fin dei conti, soddisfatto che tali informazioni siano venute allo scoperto: un altro punto a favore del Cavaliere e a sfavore della politica italiana.

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