Cannes 2014. Il Grande Cinema riempie la Croisette

Tutto pronto per la 67 edizione del festival di Cannes (14 – 25 maggio) che quest’anno vedrà eccezionalmente l’assegnazione della Palma d’Oro a sabato 24 a causa delle elezioni europee previste per domenica 25. A designare il vincitore di questa edizione una giuria composita, capitanata dalla regista neozelandese Jane Campion, vincitrice della Palma D’oro nel 1993 col bellissimo Lezioni di Piano.

Tutto pronto per la 67 edizione del festival di Cannes (14 – 25 maggio) che quest’anno vedrà eccezionalmente l’assegnazione della Palma d’Oro a sabato 24 a causa delle elezioni europee previste per domenica 25. A designare il vincitore di questa edizione una giuria composita, capitanata dalla regista neozelandese Jane Campion, vincitrice della Palma D’oro nel 1993 col bellissimo Lezioni di Piano.

Sarà coadiuvata da un’altra regista SofiaCoppola e tre attrici, la francese CaroleBouquet, l’iraniana Leila Hatami e la sud-coreana Jeon Do-yeon, mentre la parte maschile sarà composta da due registi, il tedesco Nicolas Winding Refn e il cinese Jia Zhang-ke affiancati dagli attori Gael Garcia Bernal e Willem Dafoe. Ad aprire fuori concorso la kermesse l’attesissimo biopic su Grace Kelly, dal titolo Grace di Monaco diretto dal francese Oliver Dahan che ripercorrerà le vicende dell’ex attrice hollywoodiana quando era già moglie di Ranieri III di Monaco, e sarà Nicole Kidman a vestirne i panni in un’interpretazione che di sicuro farà parlare molto di sé. Nell’ultima edizione diretta dal patron Jilles Jacob, che lascerà il testimone l’anno prossimo a Pierre Lescure, molti i titoli attesi dal grande pubblico, ma un pizzico di Italia è già presente a partire dalla locandina che ritrae un celeberrimo fotogramma di Marcello Mastroianni tratto da 8emezzo di Fellini, omaggio doveroso all’attore romano e al maestro riminese, ritratto con gli occhiali scuri e complice di una promessa, quella di assistere anche quest’anno a proiezioni di grande qualità.

 

Concorso stellare con diciotto titoli a contendersi la Palma d’Oro a cominciare dall’ ultime fatica del maestro britannico Mike Leigh che nel suo Mr. Turner racconta le vicende umane di uno dei più grani pittori e incisori romantici del ‘700 inglese considerato uno dei precursori dell’impressionismo, per proseguire con l’opera di un altro grande maestro e talento visionario del cinema moderno: David Croneneberg dopo il controverso Cosmopolis tenterà di mettere tutti d’accordo con Maps to the Star, pellicola incentrata sull’industria hollywoodiana, tra stelle mancate e fantasmi di proiezioni passate avvalendosi del talento del suo feticcio Robert Pattinson a cui si affiancheranno la splendida Julianne Moore e la bravissima Mia Wasikowska. La pattuglia francese si avvale di un grande ritorno sulla Croisette, quello di Jean-Luc Godard uno dei padri della Nouvelle Vague che ha 84 anni suonati presenterà il suo Adieu au language, opera che analizzerà la differenza di comunicazione tra uomo e donna in chiave Antonioniana arricchito da un sottotema riflessivo sul passaggio nella settima arte dalla pellicola al digitale. Evento imperdibile che richiamerà una miriade di fan in adorante fibrillazione pronti a celebrare la carriera di uno dei miti del cinema d’Oltralpe, ma un altro regista franco-canadese sarà sotto i riflettori mediatici col suo intrigantissimo Mommy. Stiamo parlando dell’enfant prodige Xavier Dolan talentuosissimo regista classe 1989 e già autore di opere di notevole fattura, come il precedente Tom à la Ferme, che presenterà il suo ultimo lavoro che vede protagonista una madre che decide di prendere in custodia un bambino da una passato oscuro in un thriller psicologico dal forte impatto emotivo. Altro attesissimo titolo è quello che segna il ritorno in cabina di regia di Tommy Lee Jones nove anni dopo Le tre sepolture, presenterà a Cannes The Homesman, un western doc in cui un uomo, interpretato dallo stesso regista, salvato dall’impiccagione dalla pioniera Mary Bee Cuddy dovrà aiutarla a portare nelle Iowa tre donne malate di mente.

A difendere i nostri colori la seconda fatica di Alice Rohrwacher dal titolo Le Meraviglie, storia bizzarra di un’estate in cui quattro sorelle vivranno emozioni e sorprese legate ad una serie di incontri con varie forme di umanità, i bookmakers le danno qualche chance per un premio, ma per la regista di Corpo Celeste il solo fatto di essere stata scelta in concorso rappresenta un grandissimo motivo di vanto. Da non dimenticare anche l’ultimo film dei fratelli Dardenne plurivincitori e Cannes e amatissimi dal pubblico francese, che tingono di sociale il loro Deux Jours, une Nuit storia surreale in cui una dipendente di un’azienda, la splendida Marillon Cotillard, è chiamata a convincere i colleghi a rinunciare al loro bonus pur di mantenere il suo posto di lavoro. Ken Loach sarà in concorso raccontando nel suo Jimm’s Hall le vicende di James Gralton, l’irlandese attivista agli inizi del ‘900 ed espulso dal suo Paese a causa del suo credo politico, e per chiudere la cerchia dei big ci sarà Clouds of Sils Maria del francese Olivier Assayas una pellicola drammatica tutta al femminile in cui l’attrice Maria Menders, interpretata dalla grandissima Juliette Binoche, vedrà compromessa la sua carriera a causa di un’interprete più giovane di lei nella parte che l’ha resa più famosa. Tra gli outsdiers da tener d’occhio Michel Hazanavicous, già oscar con The Artist, che con The Search racconta l’Odissea tragica di un bambino ceceno alla ricerca disperata di sua madre e raccolto da un’infermiera che lavora per un’associazione non governativa interpretata dalla splendida Bèrènice Bejo, e uno delle probabili sorprese della vigilia che potrebbe concorrere al successo: Winter Sleep del turco Nuri Bilge Ceylan (già premiato a Cannes con la miglior regia per Le tre Scimmie e Gran Premio della Giuria con C’era una volta in Anatolia) è la storia di un ex attore ritiratosi e proprietario insieme alla sorella da poco divorziata di un Hotel in Anatolia, tra la steppe innevate i vuoti dell’anima e un viaggio per sconfiggere la noia.

Completano il cartellone The Captive di Atom Egoyan thriller psicologico sulla scomparsa-sequestro improvvisa di un figlio, Leviathan del russo Andrei Zvyagintsev (vincitore del Leone d’Oro nel 2003 con Il ritorno) storia di un padre di famiglia alle prese con un sindaco corrotto fino alle estreme conseguenze, Foxcatcher di Bennet Miller tratto da una storia vera: quella dei fratelli lottatori Mark e Dave Schultz, tra invidie ascese e discesa verso gli inferi e una cupa e omicida ambiguità che permea tutta la pellicola. Per chiudere il biopic su Yves Saint Laurent diretto da Bertrand Bonello che si concentra sugli anni dal 1965 al 1976, il giapponese Still the Water di Naomi Kawase, dove un ragazzo di quattordici anni trova un cadavere galleggiante cercando di risolvere con la sua fidanzata il mistero dietro la sua morte, il quarto lungometraggio dell’argentino Damian Szifron dal titolo Wild Tales un mosaico composito di sei storie tutte sapientemente intrecciate e Timbuktu del regista Mauritano Abderrahmane Sissako ispirato alla tragica lapidazione di una coppia avvenuta in un villaggio del Mali, rei di amarsi senza essere sposati e uccisi barbaramente dai fondamentalisti islamici. Anche quest’anno grande varietà e notevole qualità che fanno di quest’evento la vetrina festivaliera più importante del mondo sempre a caccia del meglio in circolazione, peccato che il cinema italiano tolte le prodezze sorrentiniane stia da troppi anni alla finestra solo in qualità di spettatore.

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