Tutti per Emilio, Emilio per tutti

Quando, al telefono con l’avvocato Perli nel lontano 9 giugno 2010, Fabio Riva definiva due casi di tumore in più all’anno «una minchiata», probabilmente non immaginava che solo 4 anni dopo quella stessa, infame malattia si sarebbe portata via persino suo padre.

È così, ironia della sorte che Emilio Riva è trapassato, alla vigilia di un primo maggio, quello tarantino, mai così ricco di carica, artisti, appeal e una gran voglia di riscatto e rivalsa. Primo giornale a dare notizia della morte dello storico patron dell’Ilva un quotidiano locale, il Taranto Buonasera, 278mila euro di contributi diretti ricevuti dallo Stato nel 2012 e il cui Direttore, Michele Mascellaro con il celeberrimo Girolamo Archinà, ex dirigente dei rapporti istituzionali dello stabilimento, attualmente ai domiciliari. E, come spesso accade in Italia quando si parla di defunti, il lato umano e perbenistico ha superato di gran lunga non solo quello storico, fatto di voglia di raccontare le cose così come sono ma anche, date le circostanze, quello più semplicemente statistico. Paiono infatti dimenticati gli 8811 casi di tumore nella città – e provincia – con un picco di uno su 20 abitanti nei quartieri più a rischio, registrati dalla ASL di Taranto nel triennio 2006-2008, giusto pochi anni prima della famosa frase di Fabio Riva con cui questo articolo si apre. E ancora, di quei «386 decessi totali (30 per anno) attribuibili alle emissioni industriali, ovvero l’1.4% della mortalità totale, la gran parte per cause cardiache […] 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 937 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno), che hanno colpito perlopiù gran parte della “popolazione di età pediatrica” (638 casi totali, 49 per anno)», secondo le parole pronunciate nel giugno 2013 da Maria Triassi, componente del team di esperti nominato dal Tribunale di Taranto per la redazione di una perizia medico-epidemiologica sull’Ilva, fatta raccogliendo dati ambientali e di sorveglianza sanitaria.

Ma è sui giornali e sulla web che si scatena il delirio. Mentre Il Fatto Quotidiano ricostruisce le vicende giudiziarie del Gruppo Riva, con particolare accento sull’ultima, contemporanea “Ambiente Svenduto“, su alcuni dei più importanti quotidiani italiani è invece tutto un cordoglio nei confronti del «re dell’acciaio» (Il Sole 24 Ore), «perseguitato dalle toghe» (Il Giornale). E così è sfavillante lo «shock» della rete che «si scatena senza ritegno – con – frasi shock degli utenti di Facebook e Twitter che dimostrano di non avere rispetto neanche per i defunti», come dice La Repubblica di Bari che avvalora la sua tesi includendo una slide di tweet includendo – anche – quelli dei noti irrispettosi di Spinoza.it. E stupore anche sul Corriere della Sera, dove si fa notare il mancato «tradizionale rispetto nei confronti di un morto». Giusto, anche se forse, come diceva qualcuno, «una morte è tragedia , un milione di morti è statistica». Chissà. Poche sono le sicurezze: quell’imprenditore che tra il 2006 e il 2007 donò 245 mila euro a Forza Italia e 98mila euro a Pierluigi Bersani, nonché quello stesso imprenditore che godeva della «stima reciproca» dell’attuale Presidente della Regione Puglia, mancherà certamente a molti politici.
Meno a chi ha perso parenti, conoscenti e amici per colpe non proprie.

 

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