Viaggio notturno al Foro di Augusto
Dei Fori di Roma possiamo conoscere tante informazioni e aver osservato, con uno sguardo il più attento possibile, tutti i dettagli. Eppure se ne continua a essere sempre magneticamente affascinati, per un fascino che, se poi è notte e pietre e colonne sono illuminate da effetti speciali, è veramente irresistibile.
Roma, con le emozioni che suscita e la fama che si porta dietro dall’alto dei suoi simbolici 2767 anni (dalla leggendaria data della sua fondazione), ha in sé tutto un patrimonio da valorizzare grazie all’immaginazione, al gioco di rivivere il passato e di lasciarsi trasportare dalle suggestioni. Subito dopo i festeggiamenti del Natale di Roma del 21 aprile e all’interno delle già avviate celebrazioni per il bimillenario della morte di Augusto (19 agosto 14 d.C.), il progetto Viaggio nel Foro di Augusto. 2000 anni dopo è veramente un tuffo nelle suggestioni; tuffo che si può fare tutte le sere, in tre orari diversi (21, 22 e 23) dal 22 Aprile al 18 Settembre. Sembra strano indossare le grandi cuffie su via Alessandrina e dispiace quasi salire sulle impalcature, destinati a dare le spalle ad altre meraviglie dei fori e distogliendo lo sguardo dal Colosseo. Ma ecco che inizia lo spettacolo di luci, suoni, filmati e animazioni digitali, promosso da Roma Capitale e prodotto da Zètema Progetto Cultura, ideato e curato da Piero Angela e Paco Lanciano.
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La voce dello storico ideatore e presentatore di Quark ci guida in questo viaggio archeologico, combinando in giuste dosi divulgazione più sensazionalistica e rigore scientifico. Alla celebrazione di Augusto si aggiungono varie digressioni, su aspetti importanti della civiltà romana, sugli altri fori circostanti e sulla storia successiva di Roma e d’Italia. Ma centrale è sempre la descrizione dello spazio che vediamo sotto i nostri occhi, voluto da Augusto per fini propagandistici e usi civili insieme, quando i già esistenti Fori Romani e Fori di Cesare non erano più sufficienti a ospitare le attività di una città ormai a capo di un Impero. Dalle fonti antiche sappiamo che i lavori per la costruzione del foro durarono una ventina di anni, e che Augusto ne rivendica il finanziamento attraverso il bottino delle proprie guerre e l’acquisto del terreno a proprie spese da privati. Anche dai resti che vediamo oggi ne percepiamo ricchezza e grandiosità. È facile immaginare, ad esempio, quale senso di potere la gigantesca statua di Augusto (o meglio, probabilmente, del suo Genio) dovesse infondere, con i suoi 12 metri di altezza, tra i cittadini romani che la osservavano proprio qui nel foro. Questa statua oggi non c’è: solo da un’impronta del piede sinistro, come accade in qualsiasi film d’avventura su dinosauri o animali più o meno mostruosi, se ne è confermata l’esistenza e ne sono state ricostruite le dimensioni.
Grazie alla tecnologia, questo Viaggio permette di ricostruire l’aspetto che il foro doveva avere durante l’età imperiale, dando l’idea delle dimensioni originarie e dei colori inaspettati. Le pietre si animano con proiezioni che ricreano le parti andate distrutte o fanno luce – nel vero senso della parola – su particolari meno evidenti. Ma soprattutto il progetto presenta il Foro d’Augusto come il soggetto di un vero e proprio spettacolo: oltre a ricostruire, gli effetti speciali sono spesso un racconto emotivo, già dall’inizio, quando al centro del foro i 17 gradini verso il Tempio di Marte Vendicatore si illuminano uno alla volta, trasportando lo spettatore fin sotto alle colonne del pronao. Ai filmati proiettati sulla parte centrale del muraglione sono affidate spesso le ricostruzioni storiche e le escursioni cronologiche, meno originali, ma di impatto altrettanto forte. L’intera parete si illumina, le immagini scorrono e, insieme alla voce di Angela, mostrano la grandezza di Roma nella storia, fino alla rinascita dell’Italia dopo il medioevo. Allora, con una giusta dose di orgoglio, si può ringraziare l’imperatore di Roma che disse di aver trovato la città di legno e averla lasciata di marmo. E si saluta il foro con le parole di Angela, pensando agli antichi romani che entravano nel foro dal quartiere della Suburra, agli avvocati che lavoravano sotto i portici, ai giovani che si davano appuntamento sotto la decima colonna del porticato e a tutti quelli, che, dal Foro,“continuano ancora a parlarci in questa dolce notte romana”.
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