Canonizzazione: nuovi Santi, vecchie ferite
I cancelli di Roma stanno per aprirsi, pronti ad accogliere il popolo religioso e mediatico per scrivere un’altra pagina di storia moderna. Una folla di credenti, curiosi e flash è pronta ad assistere nelle prossime ore alla canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Quattro Papi in un sol luogo e tutto il mondo a contemplare. Ed ecco che, a quasi un secolo dalla sua venuta al mondo, Karol Józef Wojtyła sta per diventare Santo. Un Santo che però cela ancora qualche timida ombra nelle segrete stanze del Vaticano.
Una delle personalità più influenti e apprezzate del nostro secolo che affannosamente fino all’ultimo “Lasciatemi andare”, ha cercato di traghettare la Chiesa verso il nuovo millennio. E superò un tumore, un attentato e malanni fisici di diversa natura, ma qualche inciampo, nel suo glorioso percorso spirituale, c’è stato. Quel tormento, che insieme ad altri ha forse portato l’attuale Papa Emerito Joseph Ratzinger a farsi da parte, ha segnato anche il pontificato di Giovanni Paolo II. Un tormento chiamato moralità. Peccato sembra, rispolverare i travagliati momenti di chi si è incaricato di sorreggere il peso della croce agli occhi del mondo. Ma quegli attimi di inerzia, vergogna e silenzi passeranno alla storia seppur timidamente, insieme alla solennità del 27 aprile. E passeranno alla storia con il nome di Bernard Law, l’ex arcivescovo di Boston, macchiatosi di violenze sessuali e a cui fu concesso asilo in Vaticano; Marcial Maciel Degollado, altro pedofilo e donnaiolo difeso dalla Santa Sede e dallo stesso Papa Giovanni Paolo II e allontanato solo nel 2006; Hans Herman Groer, anch’egli nutriva particolari attenzioni per i bambini e ragazzi, quasi 2000 secondo le inchieste di allora e allontanato solo nel ’98 dalle alte cariche ecclesiastiche; Julius Paetz, rimosso anche lui per gli stessi motivi ma con un ritardo inspiegabile.
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Nomi pesanti, vicende mai del tutto chiarite, pubblicità negative su cui solo parole di circostanza sono state proferite in favore di una Chiesa pura all’esterno e ancora marcia dentro. Ma del resto il Papa è ed era solo un uomo, vittima anch’egli di un’istituzione che tutto ingloba e ogni segreto nasconde. Conviene dunque affidarci all’immaginario legato a questa figura rivoluzionaria per vivere con serenità un momento di così alta spiritualità: l’incontro con Madre Teresa di Calcutta, la visita in Terra Santa, il perdono all’attentatore Ali Ağca.
Doveroso riconoscere gli alti meriti anche quando è la cronaca di queste ore ad irrompere prepotentemente nei momenti di solennità: un ragazzo che lascia la vita a 21 anni per il crollo di una statua dedicata a Giovanni Paolo II. Una fatalità certo, ma che ci porta a riflettere su quanto le superbie umane mascherate di fede schiaccino ancora l’umiltà fondatrice della Chiesa.
@MariaChiaraPier