A Roma due musical dedicati al Papa

Mancano poche ore allo storico evento della canonizzazione dei due Papi che si terrà a Roma il 27 aprile. La Capitale si prepara e ha già predisposto misure per contenere l’imminente marea di gente che si appresta a confluire in Piazza San Pietro.

Oltre ai diciotto maxischermi dislocati in aree strategiche per seguire la beatificazione dei Papi, ci saranno in questi giorni a Roma una serie di eventi dedicati soprattutto a Papa Giovanni Paolo II. A cominciare dallo spettacolo teatrale Karol Wojtyla la vera storia per la regia di Duccio Forzano, che si terrà al Teatro Brancaccio. Una rappresentazione intensa e commovente che farà rivivere per la prima volta in assoluto sul palcoscenico la storia di un grande Papa, un grande comunicatore, e che ripercorrerà la sua vita dall’ordinazione sacerdotale fino alla sua prima messa in Piazza San Pietro, dai viaggi apostolici alle visite e al dialogo continuo con i giovani. Lo spettacolo attraverso la forma del musical e i brani scritti dai Solis String Quartet permetterà così al pubblico di scoprire i valori salienti appartenenti sia all’uomo che al Pontefice.

All’Auditorium Conciliazione  ci sarà un altro spettacolo sempre dedicato a Papa Wojtyla dal titolo Non abbiate paura. Il musical, andato in scena per la prima volta nel 2007, è diretto da Gianluca Ferrato e Andrea Palotto ed è interamente dedicato alla figura e al messaggio di Giovanni Paolo II. {ads1}

Anche la televisione non mancherà di dedicare alcuni eventi speciali alla canonizzazione. In tempismo perfetto con la giornata della canonizzazione (domenica 27 aprile) sarà infatti trasmesso sulla Rai il film tv Non avere paura-Un’amicizia con Papa Wojtyla diretto da Andrea Porporato e interpretato da Giorgio Pasotti, Claudia Pandolfi, Aleksei Gustov e Katia Ricciarelli. Al centro della storia ci sarà l’amicizia tra la guida alpina Lino Zani e il Pontefice, fondata proprio sull’amore e la passione per la montagna che entrambi condividevano. “Wojtyla mi dava delle croci da portare sulle vette delle montagne e mi definì l’apostolo della croce perché ogni metro di ascesa offre una diversa visuale del mondo. Piano piano mi ha insegnato che la cosa più difficile è scendere, ritornando alla quotidianità e alla vita in mezzo agli altri”, ha dichiarato Zani.

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