Nicodemo incontra gli studenti alla Luiss
Lo scorso 14 aprile Francesco Nicodemo è stato ospite presso la sede di viale Romania dell’università Luiss Guido Carli su invito del prof. Pietro Falletta, titolare dei corsi di Diritto dell’informazione e della comunicazione e di Diritto di internet, social media e discriminazione presso la suddetta università.
Nel corso dell’incontro, il responsabile della comunicazione del Pd ha illustrato l’evoluzione nel modo di fare campagna politica di questo partito che, negli ultimi tempi, ha cercato di “svecchiarsi” per ottenere un maggior appeal sui cittadini.
Le elezioni del 2013 sono state vinte dal Pd per quanto riguarda i voti, tuttavia il margine di vittoria è stato deludente rispetto ai pronostici: Grillo è stato definito il vero trionfatore di quelle elezioni e Berlusconi ha dimostrato, nonostante i processi, di essere ancora un leader indiscusso. In ogni caso, ad oggi molto è cambiato e il 2014 si è aperto con un nuovo Presidente del Consiglio: Matteo Renzi.
Lunedì, dunque, gli studenti di scienze politiche in primis, ma non solo, hanno avuto la possibilità di rapportarsi con uno dei più accaniti sostenitori del premier. Più di due ore, nel corso delle quali Nicodemo ha cercato di risolvere il numero più ampio possibile di dubbi e perplessità. «Pensate alla campagna dell’anno scorso, febbraio 2013, se io vi chiedessi che cosa ha fatto il partito democratico, voi cosa rispondereste?». Impossibile non riproporre il video “Lo smacchiamo, lo smacchiamo“, un video che racchiude quello che è stato il punto fermo della sinistra italiana per anni: l’antiberlusconismo. {ads1} Il compito del comunicatore è un compito più complesso di quanto possa sembrare: il “come” è importante, ma il contenuto è essenziale. Se non c’è niente di nuovo da comunicare, è difficile canalizzare l’attenzione delle nuove generazioni. «Le europee sono considerate come una cosa distante da sempre nonostante il sistema di voto europeo sia proporzionale con preferenza, quindi non è vero che questo sistema favorisce la comunicazione». Il messaggio che il Pd vuole dare è che andare a votare alle primarie è importante perché l’Europa non è un nemico, piuttosto è importante che i cittadini si sentano rappresentati in Europa. D’altronde la sfiducia è dilagante nei confronti di tutte le istituzioni: «Se i partiti godono di tassi di fiducia bassissimi è necessario saltare i corpi intermedi, come fare? Uno è quello di non riferirsi a numeri ma a nomi, il dare del Tu all’elettore“. Renzi parla la stessa lingua e usa gli stessi mezzi di un trentacinquenne qualunque dei nostri tempi, «In tutti questi anni precedenti non mi ricordo ci sia stato un rapporto così diretto con il capo dello stato: tutti lo chiamano Matteo. Questo sta a dimostrare che questo atteggiamento è già stato accolto da una parte dell’opinione pubblica». L’arma più forte di Renzi è il tweet e le foto dei “selfie con Renzi” impazzano sulla rete.
Quando gli viene fatto notare che Renzi non è altro che il prodotto del berlusconismo, Nicodemo spiega: «Berlusconi è un uomo televisivo e ha talmente caratterizzato quel mezzo che noi abbiamo confuso mezzo e contenuto. Berlusconi è un mostro del messaggio unidirezionale, dall’alto al basso, senza interlocutore, lo ha dimostrato con la cassetta. Renzi punta alla comunicazione, lancia l’hashtag su twitter e riempie tutte le pagine dei giornali, “attraversa tutti”». Insomma, se Berlusconi era l’uomo che parlava dalla sua scrivania in ciliegio per firmare in contratto con gli italiani con penna in oro, «Renzi vuole stare in mezzo alla gente». Ecco, allora, che può essere compresa a pieno la scelta della campagna delle europee: nessun nome, solamente loro, i cittadini. Non si tratta di modelli, ma di gente comune, non bella, forse goffa, ma reale. «Il Pd è la più grande comunità tra le comunità e per me questo è un grandissimo orgoglio».