Hacker vs cracker, le differenze fondamentali
Gli hacker e i cracker non sono due facce della stessa medaglia. Quando si usa il termine hacker, sia le persone comuni che gli stessi mass media, non fanno distinzioni tra “buono” e “cattivo”. Questa storia, però, non è molto gradita a coloro che si ritengono dei “veri” hacker e che vorrebbero che i loro “antagonisti” venissero chiamati con il loro nome, cracker.
Queste due figure hanno solo alcune caratteristiche in comune, essere dei maghi del computer, saper entrare in sistemi inviolabili, oscurare siti e trovare falle in un programma. Le somiglianze finiscono qui, perché gli hacker e i cracker hanno diversi obiettivi e codici di condotta. Nel Jargon File la netiquette degli hacker, proprio nella definizione di questa figura ci tiene a specificare che un hacker è colui che risolve i problemi, costruisce cose e crede nella libertà e nell’aiuto volontario. In più, cerca di impegnarsi nell’affrontare sfide intellettuali per superare in modo creativo le limitazioni che gli vengono imposte. Gli hacker sono persone curiose e naturalmente appassionate di informatica che si divertono a creare nuovi programmi. Gli hacker “etici” o white hat, sono delle figure molto utili per le comunità informatiche riuscendo a individuare problemi di sicurezza e privacy in qualsiasi programma, ma anche bug in software e browser; una figura utile soprattutto per le aziende tecnologiche, gli stessi ” over the top”, come Facebook, utilizzano le capacità di queste persone. Ma, perché c’è un ma, molti, anche gli stessi media tendono a fare di tutta l’erba un fascio, non facendo distinzione tra gli hacker curiosi e con la voglia di aiutare e risolvere problemi e quelli che invece sfruttano le loro capacità a scopo di lucro. Gli antagonisti in questione sono i cracker, “coloro che si ingegnano per eludere blocchi imposti da qualsiasi software al fine di trarne guadagno”. Solitamente quello che spinge queste figure è soprattutto l’obiettivo di distruggere, ingannare e guadagnare. Nel Jargon file c’è un apposita sezione per i cracker in cui viene delineato, a grandi linee, il loro linguaggio, fatto di errori ortografici, la sostituzione di “phone” con “fone”, oppure sostituire “ss” con “zs”, tanto che adesso per denunciare illegalità e collegamenti al cracking viene messa alla fine delle parole, come passwordz. Proseguendo, inseriscono caratteri casuali tra una riga e l’altra di un testo, utilizzano il prefisso “k” (es. k-kool), abbreviano tutto e infine usano le maiuscole come se stessero urlando.
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Una terza figura si aggiunge a queste due più importanti, il lamer. Si tratta di un aspirante cracker, ma che ha delle conoscenze informatiche molto scarse, tanto che lo stesso termine in inglese significa zoppo. Solitamente vengono ritenuti dei ragazzi che si divertono solo a creare qualche disagio e danno. Il mood più comune è quello di inviare virus trojan per entrare in un sistema o l’utilizzo di programmi che intaccano la sicurezza di un sito, solo per danneggiarlo. Hacker, cracker e lamer, tre figure di maghi del computer, ma con obiettivi diversi da non confondere.
Fonti: Wikipedia, Jargon File
@donati_flavia