Le Mura Music Bar ospitano Spartiti
Venerdi 11 Aprile
Ore 22.30 – Ingresso 7eu
SPARTITI
CON
JUKKA REVERBERI (GIARDINI DI MIRO’) E MAX COLLINI (OFFLAGA DISCO PAX)
SPARTITI è uno spettacolo di droni, letture, suoni e narrazioni di Jukka Reverberi (Giardini di Mirò, Crimea X e molti altri progetti) e Max Collini (voce e testi negli OfflagaDiscoPax).
Jukka Reverberi (Giardini di Mirò, CrimeaX e molti altri progetti) e Max Collini (voce e testi negli OfflagaDiscoPax) si sono incontrati tante volte: in una canzone, in una sezione (del PCI) e infine sopra e sotto a tanti palchi in giro per l’Italia.
“Spartiti” è il loro nuovo luogo di ritrovo, che ha preso vita di recente, alla fine dell’anno dispari 2013. Dopo essersi studiati a lungo, grazie alla collaborazione nata diversi anni fa con l’esperienza in duo delle “Letture emiliane”, Jukka e Max si danno un altro appuntamento per strutturare in modo più coerente il loro percorso insieme, altrove frammentato e sporadico e in questa nuova proposizione indirizzato verso lo sviluppo di suoni e contenuti maggiormente personali rispetto al passato. “Spartiti” mira infatti a contestualizzare le narrazioni di Max Collini in un ambiente che non si limiti alla sola sonorizzazione, portando le composizioni a un livello più profondo di interconnessione formale con i contenuti letterari. Partendo da alcuni stralci tratti da autori quali Pier Vittorio Tondelli, Simona Vinci, Paolo Nori, Gianluca Morozzi, Matteo B Bianchi e altri ancora Max Collini si addentra nella sua personalissima interpretazione della letteratura contemporanea italiana aggiungendo alcuni racconti inediti scritti di suo pugno. Nel frattempo Jukka Reverberi si destreggia tra tappeti sonori d’ambiente digitale, chitarre dilatate e gingilli analogici, sfidando l’anarchia espositiva di Max per restituire un canovaccio che presenti e rappresenti i luoghi e i tempi in cui sono nate e cresciute le culture politiche, musicali ed umanistiche da cui entrambi provengono. I compiti restano “Spartiti”, appunto, ma con l’intento di portare al centro del dibattito l’insieme e non le singole parti, scartando verso potenzialità ancora inespresse di due figli illegittimi del Patto di Varsavia.