Djokovic stravince su Nadal

Il numero 2 del mondo in campo è più forte del numero 1. Nessun equilibrio nella finale del torneo 1000 di Miami: con un doppio 6-3 Djokovic ha liquidato Nadal. La tenuta del mancino è durata solo fino al 2 pari del primo set, poi black out. Siamo giunti allo scontro diretto numero 40, lo spagnolo conduce ancora per 22 a 18, ma le ultime tre sfide le ha vinte Novak.

Questo dato è di certo il più significativo, non si tratta solo di un numero, nel tennis i numeri generano stati mentali e questa volta si può parlare di ‘inversone di tendenza’: Nadal non riesce più a far male all’avversario e Djokovic spaventa lo spagnolo ancor prima di scendere in campo. Il serbo ha festeggiato il suo 43° trofeo, il 4° titolo in Florida e continua a macinare successi per avvicinarsi ai big. In America la seconda lingua del tennis è  il serbo, cambiando gli addendi – che sia California o Florida – il risultato non cambia, dopo il successo di due settimane fa a Indian Wells il campione di Belgrado ha raddoppiato a Miami. Si preannuncia la possibilità di un 2011 bis, l’anno d’oro di Djokovic, quando vinse i primi due Master 1000 di stagione e finì per chiudere al numero 1 dell’Atp la sua annata da record. A perire sotto i suoi colpi in questo 2014 già due vittime illustri: Federer prima e ora Nadal. {ads1} Non c’è stata storia, quando Nadal ha di fronte il serbo perde tutta la sua sicurezza, diventa un burattino mosso dal burattinaio. Destra, sinistra, a rete e il povero spagnolo è costretto a fare il tergicristallo, ma mentre disolito gli avversari cedono a causa della sua ripetitività di colpi, Nole con una continuità impressionante non arretra di un centimetro. Oltre l’80 per cento di prime nel secondo set e un rendimento in battuta mantenuto per tutta la durata del match hanno annientato ogni tentativo di risposta di Rafa. Lo spagnolo sembrava stanco, ma stanco non poteva essere, era semplicemnte inerme. Break decisivo dal 2 a 2 del primo e break definitivo a inizio del secondo. In un ora e 23 minuti soltanto si è chiuso il match. UN week-end in teoria poco faticoso, soprattutto per Nole, ma la stanchezza non poteva essere alibi di nessuno perchè i due avevano già beneficiato di riposo per il ritiro dei rispettivi semifinalisti: Nishikori e Berdych.

 E tornando alla metafora linguistaca, la lingua madre del tennis made in USA è quella parlata da Serena Williams. La numero 1 al mondo in questo torneo, dove su su 9 finali disputate ne ha conquistate 7, ha avuto la meglio sulla cinese Na LI in due set: 7-5 6-1. Non era partita benissimo e c’è da dire che la Li ha sicuramente sbagliato qualcosa di troppo perchè a inizio gara era stata bravissima a girare la gara in suo favore. Avanti fino al 5-2 ha mancato due fatali set point. Fatali perchè Serena non concede seconde occasioni e nel game più combattuto della partita ha sfruttato il suo set point. Nella seconda frazione al quarto game i nervi della cinese hanno mollato, mentre i vincenti di Serena non tradiscono mai. 

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