Madness di nome e di fatto!

La follia di marzo ha già ribaltato numerosi pronostici, spicca l’eliminazione di Wichita State ma non è stata l’unica, molti attesi protagonisti possono ora solo aspettare il draft. In NBA, vincono le favorite ad Ovest, accesa lotta per il primato ad Est fra Indiana e Miami, entrambe in calo. Prosegue il sogno di rimonta di New York.

 

Le finali NCAA hanno vissuto i primi due turni e sono ora allineate alle cosiddette “Sweet Sixteeen“. Già numerose le sorprese, la più grande è stata l’eliminazione di Wichita State per mano di Kentucky, capace di prevalere 78-76. La vedetta del Midwest non perdeva una partita da 351 giorni, ma si è dovuta arrendere al cospetto dei gemelli Andrew ed Aaron Harrison, capaci di produrre 39 punti in due. Fuori al debutto contro Mercer anche Duke del leggendario Mike Krzyzewski, coach dei Blue Devils dal 1980, quattro titoli vinti, nonchè della nazionale USA oro nelle ultime due olimpiadi.
Già a casa i due favoriti per la scelta numero uno al draft, Jabari Parker di Duke ed Andrew Wiggins, battuto 60-57 da Stanford con i suoi Kansas Jayhawks, La stella canadese ha realizzato la miseria di 4 punti contro i 15 e 7 rimbalzi di Dwight Powell, suo connazionale dei Cardinal.
Eliminata Ohio State, nelle cui fila militava Amedeo DellaValle, unico italiano in NCAA, che al termine di due stagioni da comprimario ha deciso di tornare in Italia. Dopo i Buckeyes, Dayton ha fatto fuori Syracuse, numero tre al Sud. Tyler Ennis, altro prospetto assai atteso, ha messo 19 punti, fallendo tuttavia la tripla della vittoria.
Ad Est deludente Villanova, superata da Connecticut di uno scatenato Shabazz Napier, 25 punti. Si è salvata Wisconsin ad Ovest, rimontando contro Oregon 14 lunghezze di svantaggio nella ripresa.
Giovedì e venerdì andranno dunque in scena le Sweet Sixteen, con il match ad Est fra Virginia e Michigan State a tenere banco, mentre i favoriti Florida Gators se la vedranno a Sud contro UCLA e ad Ovest, Arizona affronterà San Diego State.{ads1} Tradizionalmente in questa fase la NBA lascia l’attenzione ai collegiali. Molti team non hanno più nulla da chiedere alle proprie stagioni, i più forti stanno gestendo le energie in vista dei playoff, cercando nel contempo di raggiungere la miglior forma e la più alta posizione in griglia possibile. Discorso diverso tra chi è in corsa per la qualificazione, obbligatorio per loro spingere a tutta.
Ad Est, Atlanta ottava ha due vittorie ed una partita in più rispetto a New York, nona. I Knicks hanno visto interrompersi domenica contro Cleveland la loro serie di vittorie, ma possono ancora sperare grazie al terzo rovescio di fila degli Hawks, battuti stanotte 102-95 da Phoenix e dai 14 punti di Dragic nel corso del terzo quarto.
I Suns inseguono la post season ad Ovest, dove la concorrenza è più folta e non basta avere un record del 59% di successi per avere la certezza della qualificazione. Phoenix si trova appaiata a Dallas all’ottavo posto ed appena dietro a Memphis.

Le prime quattro favorite del Pacifico hanno vinto stanotte, spicca nel derby degli opposti il facile successo di San Antonio su Filadelfia, 14 successi di fila per gli Spurs, 25 rovesci consecutivi per i Sixers.
Ad Est, Miami supera a fatica Portland 93-91. LeBron James mette il canestro decisivo, ultimi due dei suoi 32 punti, mentre quasi a fil di sirena Bosh ferma Lillard con una decisiva stoppata. Heat a tre vittorie dalla vetta ad Est, con due gare disputate in meno. Indiana prosegue nella sua spirale negativa, fermata stavolta dalla difesa di Chicago, che la costringe ad un misero 37% dal campo.
Chiudiamo con Kevin Durant. Giocatore della settimana ad Ovest, il fenomeno di Oklahoma ha
firmato contro Denver la 35a gara consecutiva con almeno 25 punti segnati, a -5 dal record assoluto di Michael Jordan. Resta il favorito per il premio di MVP.

 

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