Dominio Pubblico: la compagnia Carullo/Minasi all’Orologio
Teatro Dell’Orologio, 21, 22 , marzo ore 21.00 – domenica 23 marzo ore 17.30
Carullo-Minasi in coproduzione Federgat
T/EMPIO -critica della ragion giusta –
Libera reinterpretazione dell’ Eutifrone di Platone
Scritto, diretto ed interpretato Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
Aiuto regia Roberto Bitto
Disegno Luci Roberto Bonaventura
Scene e costumi Cinzia Muscolino
Collaborazione artistica e tecnica Saverio Tavano
Al Teatro dell’Orologio per la stagione congiunta Dominio Pubblico dal 21 al 23 marzo la Compagnia Carullo – Minasi, presenta al pubblico romano lo spettacolo vincitore di Teatri del Sacro 2013, “T/empio” libera interpretazione dell’ Eutifrone di Platone, uno spettacolo che gioca sul ruolo della parola stessa non come contorno spiegano gli autori e interpreti dello spettacolo ma come contenuto, la parola attiva ripulita del suo contenuto persistente e di routine, trova restituita -in forza della capacità poetica di cui è portatrice- la sua immagine inaspettata, fatta di complessità, angoli e perplessità, forse Verità. Giuseppe Carullo Cristiana Minasi proseguono la tourneè romana al Teatro Vascello dal 27 marzo al 13 aprile con il loro primo lavoro “Due passi sono io”, vincitore del premio Scenario 2011.
Chiese, Palazzi di Giustizia e Teatri: luoghi immaginati tra di loro diversi, ma da millenni uniti dalla ricerca dell’uomo volta alla scoperta della Verità. Per entrare in ognuno di questi Templi, miracolo architettonico ha suggerito ingressi con gradinate d’accoglienza, forse metafora di possibile ascesa verso tentativi di Conoscenza. Sulla gradinata del Palazzo di Giustizia due soggetti uniti dalla comune sorte di un processo che reciprocamente li attende, l’uno accusante e l’altro accusato per processi diversi, disquisiscono e si interrogano intorno ai temi del Sacro e dell’ Empio, concetti apparentemente opposti -ma che per la magia argomentativa di un vero confronto- si mostrano inscindibili volti diversi di una medesima medaglia. E allora il miracolo poetico si svolgerà non nell’aula di tribunale -spesso burocratico Tempio della conferma dell’ Empio- ma sui gradini di una scalinata lì dove, secondo corretto processo di analisi delle parole, s’incontrano due uomini che compiono realmente il rito dell’azione processuale.
Il “Sacro”, s’apre ad un’immagine inattesa di sé, opposta al senso comune, al pregiudizio, al comodo svuotamento di senso di una società, quale la nostra, volta alla acritica conoscenza di ciò che gli arriva come già dato. Fondamentale in tal senso procedere per sottrazione, disfarsi di tutto quanto si crede di sapere, per continuare a stupirsi della straordinaria varietà della realtà e delle sue infinite assurdità.
Giochiamo a sfidare le parole, tentando di restituire alle stesse -mettendole e mettendoci in discussione- non un pregiudizio ma un valore, non un contorno ma un contenuto. La parola, attiva, ripulita del suo contenuto persistente e di routine, trova restituita -in forza della capacità poetica di cui è portatrice- la sua immagine inaspettata, fatta di complessità, angoli e perplessità, forse Verità.
Così, prendendo in prestito dalla terminologia giuridica la definizione di azione processuale, ragioniamo intorno all’ accadimento, dunque all’ azione che è miracolo ravvisabile solo se ci si predispone con la logica del processare, non per giustiziare, ma per ricercare. Un processo, così, che diventa percorso genuinamente volto alla ricognizione della Vera Verità e non piuttosto raggiro e strumento per ogni forma di aberrazione e finzione contemporanea.
E’ il nostro contributo poetico/politico per un processo metologico/educativo che rimandi ai modi dell’ Accademia Socratica: “…gli Ateniesi, a mio parere se ritengono che uno eccella per il suo sapere, non si preoccupano gran che, purchè egli non intenda far da maestro ad altri. Ma se ritengono che uno, essendo sapiente, sappia rendere anche altri sapienti come lui, allora si irritano, sia per invidia, sia per qualche altro motivo. Se gli Ateniesi avessero solo intenzione di ridere di me, non sarà per nulla spiacevole trascorrere un po’ di tempo in tribunale scherzando e ridendo. Ma se faranno sul serio, dove la cosa andrà a finire, è ignoto a tutti …” (Eutifrone di Platone)
Compagnia Carullo-Minasi
Con lo spettacolo “Due passi sono” scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi la coppia sancisce il proprio ufficiale connubio teatrale e vince Premio Scenario per Ustica 2011 e Premio In Box 2012, oltre ad essere finalista al Premio Museo Cervi -Resistenze- 2012 e al Premio Le Voci dell’Anima 2013.
Con il monologo “Conferenza tragicheffimera -sui concetti ingannevoli dell’arte-” di e con Cristiana Minasi in coregia con Domenico Cucinotta, la compagnia vince il Premio di Produzione E45 Napoli Fringe Festival 2013. Lo spettacolo, in una prima forma di studio, era già stato finalista al Premio Dodici Donne 2010 (Atcl) oltre ad essere performance selezionata dal Gai per Gemine Muse 2009. L’opera si ispira a “La situazione dell’artista” di Kantor, a “L’arte del Teatro” di G. Craig e allo “Ione” di Platone.
Con l’ultimo spettacolo “T/Empio, critica della ragion giusta” -libera reinterpretazione dell’Eutifrone di Platone- dagli stessi scritto, diretto ed interpretato, la compagnia si aggiudica la vittoria ai Teatri del Sacro 2013 oltre ad essere finalista al Bando Ne(x)twork 2013 (Teatro dell’Orologio e Kilowatt Festival).
I tre spettacoli costituiscono una trilogia sul tema del limite quale risorsa per generare qualsivoglia opera o atto, opera d’arte. La trilogia è interamente dedicata allo studio dei dialoghi di Platone: iniziata con “Due passi sono” affronta il tema dell’ Amore tramite la rielaborazione di alcuni passi del Simposio, continua con la “Conferenza tragicheffimera” quale manifesto sull’Arte, analizza il testo dello Ione e si conclude con “T/Empio” che ricerca il Sacro tramite lo studio dell’Eutifrone.
L’indagine, in maniera diversa per ciascuno dei tre spettacoli, si fa portatrice degli studi sulla struttura ludica del dialogo maieutico intrapresi con il Maestro Vassiliev.
Cristiana Minasi
Allieva de “L’isola della Pedagogia” 2010/2012, scuola internazionale di Alta pedagogia della scena per la formazione dei nuovi pedagoghi, progetto diretto da Anatolij Vasiliev e vincitore Premio Speciale Ubu 2012.
Collabora, quale pedagoga, con le Accademie Nazionali di Teatro per la conduzione del laboratorio “L’attore e l’oggetto: prove semiserie d’attore/autore”. Lavora e si forma con Domenico Cucinotta, Alessio Bergamo, Emma Dante; Norberto Presta, Sabine Uitz; Cristina Castrillo; Raquel Scotti Hirson e Jesser De Souza (Lume Teatro, Brasil); Tino Caspanello; Andrè Casaca; Paco Gonzales (Floez -Germania); Ian Algie; Andrea Kaemmerle; e gli Oucloupò della scuola del clown clandestino di Pierre Byland di Lugano. Laureata in Giurisprudenza con lode, pubblica la propria tesi in Teoria Generale del diritto dal titolo “Il Soggetto alla Ribalta” ove sperimentalmente relaziona i temi dell’interpretazione giuridica e dell’improvvisazione teatrale. Specializzata in Criminologia e Psicologia Giuridica nello specifico settore dei minori e della famiglia, pone le basi per una relazione ed integrazione dei temi della libertà e dignità attraverso lo strumento del teatro con il progetto “LegORIZZONTI”.
Giuseppe Carullo
Frequenta dal 2000 la Scuola di Teatro Teatès (Pa) diretta da Michele Perriera, tra i fondatori del “Gruppo 63”. E’ tra gli interpreti di: “Ha riconosciuto il pettine” di Gianfranco Perriera. Segue, dal 2003, la scuola del teatro Vittorio Emanuele (Me) diretta da Donato Castellaneta, attore della compagnia di Leo De Berardinis. Nel 2004 collabora con la Compagnia Il Castello di Sancio Panza diretta da Roberto Bonaventura e Monia Alfieri, partecipando a molteplici spettacoli tra cui: Le mosche; Colapesce; Metamorphoseon XI, Metamorfosi 74, Microzoi, L’altro Regno. E’ nello spettacolo “L’albero” della compagnia del Teatro dei Naviganti. Fondamentali gli incontri con Anton Milenin ed Emma Dante. Insieme a Cristiana Minasi dal 2009 è in “Euphorìa” di Adele Tirante -spettacolo segnalato ai Teatri del Sacro 2009 Lucca (Eti e Federgat)- e in “Fragile” scritto e diretto da Tino Caspanello.
Teatro dell’Orologio
Via de Filippini 17/A
biglietti: € 8
tel: 066875550
email: teatroorologio@gmail.com