Paolo Sorrentino nuovo cittadino onorario di Roma
La Grande Bellezza, il film che ha riportato l’Oscar in Italia dopo 16 anni, celebra Roma nel suo più profondo ed inconfondibile fascino. La Città Eterna ha così voluto a sua volta celebrare la pellicola di Paolo Sorrentino conferendo al regista napoletano la cittadinanza onoraria.
Venerdì pomeriggio il Sindaco Ignazio Marino, all’interno dell’aula consiliare Giulio Cesare, ha così consegnato la prestigiosa pergamena e la Lupa Capitolina a Sorrentino, ringraziando ancora una volta il Presidente dell’Assemblea e tutte le consigliere ed i consiglieri capitolini che hanno accolto la sua proposta di destinare al regista tale prestigioso riconoscimento. “Il nostro benvenuto, caro Maestro, nasce dal cuore. Appena appresa la notizia che La Grande Bellezza aveva vinto l’Oscar, ho sentito subito il bisogno e il dovere di dirle ‘grazie’ di persona. Di testimoniare il nostro orgoglio pubblicamente. L’orgoglio di tutta la città di Roma.” Ha così commentato entusiasta il sindaco Ignazio Marino.
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Il regista Paolo Sorrentino, dal canto suo, si è mostrato particolarmente emozionato nel ricevere un riconoscimento che, come ha egli stesso ha ricordato, è stato conferito a grandi uomini della storia, come Giuseppe Verdi, Guglielmo Marconi e Giorgio Napolitano. “Alla luce delle illustri personalità che hanno ricevuto questo riconoscimento, mi sento felice ma intontito”.
Tra i presenti alla cerimonia il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, il senatore Franco Carraro, l’ad di Medusa (che ha prodotto ‘La Grande Bellezza’) Giampaolo Letta, il vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina, lo stilista Renato Balestra. Tra i protagonisti del film, Roberto Herlitzka e Carlo Verdone che è intervenuto alla cerimonia affermando che “La Grande Bellezza racconta la Roma del degrado, serva delle feste, della cafoneria, dell’ignoranza e del cattivo gusto. Ma, a mio avviso si tratta di una interpretazione e lo dico non da attore del film ma da cittadino di Roma miope e limitata.”
“Paolo Sorrentino – ha continuato Verdone – rappresenta l’ultimo di una serie di registi e intellettuali che, pur non essendo romani, hanno saputo individuare, raccontare nel corso degli anni, meglio dei romani stessi, il movimento, il paesaggio, l’anima e le atmosfere che, chiunque abbia vissuto a Roma conosce bene. Da Federico Fellini a Pierpaolo Pasolini, da Marco Bellocchio a Bernardo Bertolucci, da Carlo Mazzacurati a Virzì.”