Lenzerheide: Austria piglia tutto

E’ andata proprio così: Marcel Hirscher ed Anna Fenninger portano in Austria le sfere di cristallo sia maschile che femminile per il tripudio del popolo che fa dello sci alpino lo sport più praticato. Le dinamiche che hanno portato a questi risultati sono completamente diverse e vale la pena di ricordarle.

Al maschile la sfida è stata come l’anno passato tra Svindal ed Hirscher, il primo dominatore delle discipline veloci (di cui ha vinto entrambe le coppe), il secondo supremo interprete di quelle “tecniche”. Svindal è però arrivato un po’ scarico all’appuntamento olimpico dove ha fatto bene ma senza portare a casa medaglie, quindi senza eccellere e da allora in poi ha continuato su quest’andazzo soprattutto nella tappa di casa di Kvitfjell dove tutti immaginavano che avrebbe staccato gli altri in classifica.{ads1} Non è stato così, infatti i due si sono ritrovati quasi appaiati alle finali con (teoricamente) due gare a testa per fare più punti dell’altro. Ma il coplo di scena è arrivato (e non è un inedito) nel superG di ieri in cui il norvegese avrebbe dovuto staccare Hirscher per poi attendere con pazienza i risultati delle residue gare: l’austriaco si è presentato al cancelletto di partenza ed ha fatto meglio dell’avversario più titolato. Hirscher finisce dodicesimo e Svindal sedicesimo: esattamente lo stesso scherzetto che l’austriaco fece a Feuz due anni fa. Il vantaggio di Svindal non cresce ma addirittura si assottiglia ad appena 19 punti quando mancano il gigante e lo slalom rispettivamente in scena domani e dopodomani. Ovviamente Svindal in gigante è uno tosto ed è in vantaggio, quindi il successo finale di Hirscher non è ovvio, ma per non vincere la Coppa del Mondo crediamo che dovrà uscire in entrambe le prove. Rimanendo alla cronaca la gara di ieri porta il timbro transalpino con il primo tempo di Pinturault ed il secondo di Mermillod-Blondin, terzo l’eterno Bode Miller. Anche se forse per lui non sarà festa totale ieri Aksel Svindal ha alzato al cielo la coppa di superG come era già successo nelle due passate stagioni e poi ancora nel 2009 e poi ancora indietro nel 2006. Solo cinque uomini hanno più di un titolo di superG: Stephan Eberharter e Bode Miller ne hanno 2, Pirmin Zurbriggen 4, Aksel Svindal ed Hermann Maier sono a quota 5; tanta ma tanta roba per il norvegese che la sua pagina di storia dello sci alpino la sta scrivendo alla grande.

 

 

Al femminile le cose sono andate diversamente: quì la vittoria della Fenninger è matematica quindi ci sono poche previsioni da fare. Ma al contrario di quanto fatto al maschile dal suo connazionale che (e non è la prima volta) proprio nel momento cruciale è andato a far punti nella disciplina del suo diretto avversario superandolo addirittura, la vottoria della Fenninger è abbastanza fortunata. L’austriaca alla vigilia dei giochi di Sochi era terza in classifica, quando durante le prove Tina Weirather, al momento seconda, si è infortunata chiudendo precocemente la stagione. Poi è arrivata la caduta della Riesch durante le finali che le ha spianato la strada e la stessa Anna Fenninger ha detto che non è bello vincere così. La capiamo. La capiamo soprattutto perchè per lei la stagione è stata un crescendo e forse avrebbe potuto fare il colpaccio anche con le altre in gara. Di lei abbiamo detto che scia con l’eleganza di una ballerina, che è un esempio di sportività come la Riesch, che sbaglia raramente, tutte cose cui bisogna aggiungere che è l’atleta che gareggia con il fardello più pesante del circuito, visto che nelle ultime stagioni ha avuto il compito di rappresentare, nel massimo circuito, nientemeno che l’Austria, il Wunderteam e di doverlo fare da giovanissima contro avversarie come Maze, Riesch, Vonn, Paerson e scusate se è poco. Non ricordiamo atlete con i suoi risultati criticate dalla stampa della propria nazione come è capitato ad Anna, accusata addirittura di “farlo apposta”, a sbagliare o a cadere. Negli anni l’abbiamo sempre e solo vista crescere nelle performance e nei risultati e ieri con un pizzico di fortuna si, ma strameritatamente riporta la Coppa del Mondo femminile nella patria dello sci alpino sette anni dopo l’impresa della Hosp del 2007.

Venendo alla gara con cui si è assegnata la coppa di specialità, trionfo per Lara Gut che quando imbrocca la gara fa paura, con Fenninger e Maze sul podio: tanto per cambiare. La classifica finale della disciplina è lo specchio di quello che sarà il prossimo futuro del circuito femminile con Gut, che vince la coppetta, Fenninger e Weirather nelle prime tre posizioni. Loro tre, quasi coetanee, rimpiazzeranno l’altra triade, quella composta da Maze, Riesch e Vonn che presto o tardi dovranno cedere il passo. Anche se a nostro avviso quando la statunitense tornerà alle gare ne vedremo delle belle…

 

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