Isabel Russinova è Una donna spezzata
“Donne non si nasce, lo si diventa” gridava la scrittrice parigina Simone de Beauvoir alla vigilia del 1968, guardando a una felicità femminile autentica, libera dalle imposizioni sociali imperanti, in nome dell’emancipazione auspicata dal femminismo. Il suo romanzo Una donna spezzata ha celebrato l’8 marzo del Teatro Belli.
La “femme rompue” è una madre lasciata sola la sera di Capodanno, abbandonata all’effetto dei tranquillanti dal marito, dai figli e dai suoi stessi fratelli, incapaci di comprendere e accudire la sua disperazione. Nel tormento di una notte di fuochi d’artificio in cui dormire sembra impossibile, Murielle (Isabel Russinova), sprofonda nel divano del suo salotto, in una palude di sensi di colpa, svelandosi, con coraggio e dignità, le fragilità, i condizionamenti e i compromessi che l’hanno incastrata in una vita di stereotipi: “Il matrimonio è una festa in cui ti devi divertire per forza, ma io non so barare!“. Il romanzo della De Beauvoir è la prova del nove, il momento della verità che esplode nella depressione, tra i “non-detti” della nostra epoca perbenista. Con la voce rotta dal pianto Isabel Russinova trascina il pubblico nella coreografia frastornante di un delirio, sbraitando cinicamente alla finestra contro chi brinda al nuovo anno, poi accasciandosi nell’arida solitudine di se stessa, scardinando con forza le odiose maschere che è costretta ad indossare, per poi tornare sui suoi passi, lasciandosi lusingare dalla, ben più semplice, possibilità di essere una brava moglie da manuale. La messinscena di Martinelli, impreziosita dalle musiche originali composte dal Maestro Antonio Nasca, scansa le suggestioni ironiche del testo, presentando un monologo tragicamente crudo, capace di raccontare la disperazione di un dolore profondo, senza cadere nel tranello dell’enfasi ridondante. Una donna spezzata è il ritratto di un’anima in gabbia, ma è soprattutto un inno alla vita, troppo preziosa per essere gettata in pasto alle verità di plastica preconfezionate da ogni epoca. {ads1}
Per l’attrice bulgara, naturalizzata Italiana, è arrivato a inizio serata il riconoscimento di Amnesty International, l’organizzazione internazionale di difesa dei diritti umani, che l’ ha scelta come nuova testimonial della campagna contro il femminicidio, in riconoscimento all’ impegno dimostrato nella difesa dei diritti delle donne. La Russinova è co-presidente, dal 2012, della Ars Millenia Production, la società di spettacolo che ha come impegno principale quello di produrre e valorizzare i progetti che racchiudono i valori della diversità e dei diritti civili.
(Foto in alto di Damiano Rosa)