Il dilemma del Rugby: cucchiaio di legno sì o no?

Alla prima partita non è stato detto niente perché “è pur sempre il rientro”. Poi c’è stata la Francia, e anche lì “eh, ma è la Francia!”. Contro la Scozia sembrava quasi fatta, ma la beffa degli ultimi secondi è arrivata. Per l’Irlanda quale scusa usiamo? Nessuna. L’Italia c’è stata, come sempre, per i primi 40 minuti ma poi

in campo non ha saputo più fare nulla. E le mete, ben sette, degli avversari non sono state certo di aiuto. Dopo un paio di giorni, analizzare la partita a mente lucida può sembrare più semplice, ma quando si è ultimi in classifica con un totale di zero partite vinte, allora, la lucidità non va di certo a nostro vantaggio.
Le parole del c.t. Jaques Brunel a fine partita sono state queste: “C’è stata troppa imprecisione sulla conquista troppo poco possesso, ed abbiamo subito un po’ troppo la pressione degli irlandesi. A metà gara ho pensato di poter restare su quei livelli, ma ad inizio ripresa abbiamo avuto il problema della continuità. Loro hanno avuto la capacità di trovare i turnover sulla zona del placcaggio e i giocatori sono arretrati, senza più salire come volevamo contro una bellissima squadra. Gli assenti? Nonostante tutto, anche dopo gli infortuni di Castrogiovanni e quello di Derbyshire a una spalla, abbiamo fatto 50-55 minuti di qualità, in rapporto ai cambiamenti fatti nella nostra squadra” (ndr. Intervista a cura de La Gazzetta dello Sport). {ads1}
È stata una battaglia da prima in classifica contro l’ultima in classifica. Si sapeva che l’Irlanda era forte, non è stata certo questa la novità. Eppure questo torneo sembrava iniziato bene. Nella prima partita, quella contro il Galles, come avevamo precedentemente scritto, l’Italia era comunque in campo. I ragazzi ci sono stati, hanno combattuto, hanno fatto punti, hanno difeso, soprattutto. Perché è proprio la difesa quella che è andata a migliorare, ma ora che cosa è successo? C’è chi si lamenta di quest’Italrugby e chi, invece, ne va fiero. C’è chi si lamenta dell’arbitraggio, che con l’Irlanda è stato scandaloso nonostante tutti i metodi di cui possiedono gli arbitri e i giudici in questo sport e chi, invece, ne esalta la bravura. I pareri, come sempre, sono contrastanti. Con il dito puntato sul capitano o su Brunel, gli italiani giudicano. Ma la frustrazione della squadra è, questa volta, molto alta. Alta perché sono loro i primi a essere delusi per quello che stanno passando.

 

La prossima partita, l’ultima del torneo, si disputerà a Roma, nello Stadio Olimpico dove, anche questa volta com’è stato per la Scozia, si prevede il sold out. Qui, in campo romano, gli azzurri dovranno incontrare l‘Inghilterra, la seconda in classifica. Gli inglesi daranno del filo da torcere ai nostri ragazzi, questo c’è da tenerlo in considerazione, ma giochiamo in casa, magari questo li aiuterà un po’ di più. Mancano 5 giorni e saranno cinque giorni di allenamento duro e di pressione psicologica. Speriamo che tutto questo servi a portare almeno a casa una vittoria.

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