La Mossa del Pinguino: il film di Amendola tra curling e romanità

È stato un Claudio Amendola sinceramente emozionato e piacevolmente affabile a presentare alla stampa romana, al cinema Barberini, il film La mossa del Pinguino, che segna il debutto del popolare attore romano dietro la macchina da presa. 

Si tratta di una frizzante commedia agrodolce, apologia della romanità verace, che racconta, attraverso la vicenda di quattro personaggi più o meno improbabili, il sogno di conquistare una vita migliore, incarnato nell’impresa di metter su un’improvvisata squadra di curling ed essere ammessi alle Olimpiadi Invernali di Torino del 2006. In compagnia di Amendola, il cast al completo: Ennio Fantastichini, Antonello Fassari, Francesca Inaudi, Edoardo Leo e Ricky Memphis. La pellicola scorre gradevole, strappando più di qualche risata, rivelandosi un prodotto valido tanto in termini di scrittura che di contenuti. La mossa del pinguino, presentato in anteprima al Torino Film Festival 2013, ha ottenuto un importante riconoscimento e, grazie alla fondazione Onlus Carlo Molo, sarà la prima opera italiana disponibile, attraverso una speciale sottotitolatura, in una versione adatta al pubblico con disabilità sensoriali.

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La conferenza stampa, movimentata dagli esilaranti interventi di Ennio Fantastichini e Antonello Fassari, si è svolta all’insegna del buonumore, come una chiacchierata tra vecchi amici, e della nostalgia. Claudio Amendola, a proposito della genesi del film, ha dichiarato: “L’originalità dell’idea e la freschezza del soggetto non sono farina del mio sacco; io e Edoardo Leo abbiamo abbiamo rimaneggiato la sceneggiatura di Michele Alberico e Giulio Di Martino. Ero alla ricerca di un’idea per esordire alla regia e di un’idea di cinema che mi somigliasse. Questa storia parla dei temi che da sempre mi appassionano: sogni, sport, amicizia. Mi ha subito colpito. Quando si ha la fortuna di lavorare per anni con grandi registi, molto diversi tra loro, che mi hanno insegnato e affascinato, il desiderio di dirigere nasce spontaneo. La parte tecnica del cinema mi ha sempre incuriosito. Gli anni passati mi hanno aiutato ad arrivare pronto a questo momento. C’è tanto di mio nel film e anche nel personaggio di Bruno (il protagonista, ndr). Ho scelto di non recitare perché non volevo che l’egocentrismo dell’attore entrasse in conflitto con il lavoro di regista ma, a dire il vero, non so se sarei in grado di dirigermi. Tra le mie fonti d’ispirazione, c’è sicuramente Steno. Ricordo quando nel 1985 mi scelse per uno sceneggiato. Cenavamo ogni sera insieme e io gli chiedevo di raccontarmi le scene di Un Americano a Roma. Mi è rimasta impressa una sua frase: quando i pupazzi – usò proprio questa parola – funzionano, e Sordi funzionava eccome, il regista non deve inventarsi niente “.

Edoardo Leo, che nel film veste i panni di Bruno, padre di famiglia precario ma sognatore incallito, ha raccontato: “Mi sono subito innamorato del mio personaggio, volevo a tutti costi qualcuno che mi dirigesse in una storia così delicata e intima e Claudio era la persona giusta. Il nostro sogno di realizzare questo film è stato trasferito nel sogno dei personaggi di compiere la loro sconclusionata impresa. Inoltre, il film è fatto per svelare alle donne un grande mistero: perché un uomo che viene invitato a un matrimonio a 100 m da casa diserta mentre è ben disposto ad alzarsi alle 4 di mattina per giocare a calcetto? È un’emozione innata in noi uomini, questa cosa racchiude della poesia”. Ennio Fantastichini ha continuato: “Seguo tutta una serie di rituali, quando leggo un copione. Lo osservo, gli ringhio… Mi ha conquistato l’idea dell’abbandonarsi a un sogno. Rispetto alle commedie che dominano, purtroppo, il mercato italiano, qui troviamo l’idea di mettere insieme due vecchi e due giovani pronti a rischiare un sogno pur vivendo una situazione disastrata” Antonello Fassari ha invece tratto ispirazione, per il ruolo del misterioso Neno, direttamente dagli anni Settanta: “Il mio personaggio ha un’identità imprecisata, non sa bene nemmeno lui chi sia. Mi ricordava quei tizi che una volta popolavano le bische e rappresentano scorci di borgata. L’aspetto più pesante è stato quello legato al curling che, rispetto all’approccio appassionato di noi italiani al tifo, rappresenta quanto di più scandinavo esista!”

La Mossa del Pinguino arriverà nelle nostre sale il 6 marzo, distribuito da Videa.

 

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