Allacciate le cinture. Ferzan Ozpetek racconta l’amore

Non sono amori qualunque. Ci sono amicizie, legami, passioni. Quelle passioni improvvise e irrazionali che da un momento all’altro scombinano la vita cambiandone aspetto, direzione, senso. Ne sanno qualcosa Elena e Antonio, i protagonisti del nuovo film di Ferzan Ozpetek, Allacciate le cinture, in uscita giovedì 6 marzo, che dirige un cast eccezionale, giovane, inatteso o quasi.

Torna zia Luciana di Mine Vaganti, interpretata da Elena Sofia Ricci, che anche questa volta ha disturbi di personalità e insieme ad Anna, Carla Signoris, rubano il sorriso tra discussioni e riappacificazioni. Il sorriso che molto spesso è accompagnato dalla lacrima, entrambi espressioni di vita e delle sue turbolenze. È proprio in questo caso che è necessario allacciare le cinture. I protagonisti sono interpretati da Kasia Smutniak e Francesco Arca, due scommesse vincenti che con fiducia e intelligenza si sono fatti guidare dal regista che anche questa volta tocca aspetti superflui rendendoli intensi.

Cosa può accadere a una semplice parrucca? Il regista lo sa e lo racconta con l’aiuto degli attori. Ne è un esempio Paola Minaccioni che interpreta Egle, un triste raggio di sole, il personaggio più infelice e struggente, il più simpatico e spiritoso. Ferzan Ozpetek racconta che gli attori oltre a immedesimarsi nei singoli personaggi hanno dovuto subire dei cambiamenti fisici. Il secondo tempo infatti è proiettato tredici anni dopo rispetto al primo; tra flashback e ricordi il peso è lievitato o calato così come i capelli, più diminuiti che aumentati. Allacciate le cinture è ambientato a Lecce, una delle città preferite del regista che la trasforma in un luogo di pregiudizi e rancori, dove il peso delle cose non dette detta ogni legge. “Ozpetek aveva visto Scialla!” afferma Filippo Scicchitano, giovane attore romano che dopo il successo del film del 2011 è stato chiamato dal regista turco e oggi è diventato uno dei suoi interpreti principali. {ads1}

Fabio è la semplice fonte, a volte leggera a volte meno, che trasmette forza agli altri personaggi nonostante spesso sia fragile e sensibile. “Volevo riflettere su una particolare situazione che si crea quando ci si innamora di qualcuno, quella fase in cui quel qualcuno ti piace e ti corrisponde totalmente: ma cosa succede con l’amore e il desiderio quando la persona amata cambia fisicamente?” si chiede Ferzan Orpetek che, con sensibilità e trasporto, riesce a commuovere con una scena di sesso – tutto fuorché sesso – tra Kasia Smutniak e Francesco Arca, rispettivamente la sensualità e l’istinto. Allacciate le cinture racconta la vita per quello che è esprimendo l’importanza della quotidianità che, tra una lacrima e un sorriso, accompagna le nostre vite.

 

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