Violenza sulle donne: cronaca di uno spettacolo
Un uomo sta urlando al telefono fuori dal teatro, la gente lo guarda con diffidenza, lui entra nell’atrio, dalle sue parole capisci che sta parlando con una moglie o una fidanzata. Parole pesanti, brutte, interrompe la telefonata ed inizia un monologo sulla donna che deve rimanere a casa e non lavorare. È con questa scena “quasi normale”, fuori da un teatro, che è iniziato lo spettacolo Storia di donne morte ammazzate.
Una volta dentro, il sipario è già aperto, un tavolino con due donne sedute e una ragazza che gioca a terra. Entrano un uomo ed una donna e si siedono uno da un lato e una dall’altro del palco. Una luce illumina l’uomo, una voce fuori campo gli chiede nome, cognome, professione e lo accusa di aver ucciso sua moglie, lui inizia a parlare ed a raccontare la “sua” storia, che è anche quella di Maria e di Erika. Sì, perché Ex moglie si innamora “da morire” di ex moglie racconta una sola vicenda ma da tre voci e punti di vista differenti, permettendoti di entrare nella testa dell’uomo/carnefice, della moglie/vittima e della donna che l’amava e che non è riuscita a proteggerla. Il finale è scontato, lo sai da principio cosa è successo a Maria, uccisa perché era felice e gay. << Si può morire di felicità >>, afferma Erika. Lo spettacolo, infatti, affronta oltre il tema della violenza sulle donne anche quello dell’omosessualità, mal vista dalle persone e odiata da Salvatore (il marito), che lo porterà al gesto estremo. Ventisei pugnalate alla schiena e Maria non c’è più, morta. Morte sono anche le protagoniste della seconda storia della serata, la scena non cambia si focalizza solo l’attenzione sul tavolo con il servizio da thè e le due donne sedute. Una terza arriva piano da in fondo la platea, si avvicina e chiede di potersi sedere. Le tre donne si raccontano, narrano come i loro mariti le hanno amate “da morire” e lo fanno con ironia, tanto da sembrare una semplice chiacchierata tra amiche che bevono un Thè Rosso, ma non è così loro sono “donne morte ammazzate“. Al gruppetto si aggiunge Maria: le loro storie sono tutte collegate, sono un’unica storia in cui c’è un carnefice ed una vittima.
{ads1}
“Contro la violenza sulle donne“, questo è il tema, il grido di protesta che gli spettacoli scritti ed ideati da Betta Cianchini e l’associazione Punto D vogliono portare avanti, perché da troppo tempo l’espressione “violenza sulle donne” è diventato un luogo comune. “Storia di donne morte ammazzate” è un progetto ideato per sensibilizzare le persone, ma soprattutto i giovani che diventeranno i mariti, le mogli, gli uomini e le donne di domani, su questo tema. Lo fa portando sul palcoscenico la storia, le storie di tante donne italiane che hanno subìto violenza, una serie di spettacoli che hanno fatto parte della prima Notte Rossa italiana ad ottobre e che hanno riscosso molto successo. La speranza di Betta Cianchini è di smettere di rappresentare queste storie, ma finché la cronaca continuerà a raccontarle, lei non smetterà di scrivere.