Grillo a Renzi: «Tu sei una persona non credibile»

«Esci da questo blog Beppe! Esci da questo streaming! Qua c’è il dolore vero delle persone». È questo l’unico concetto che Matteo Renzi è riuscito ad esprimere nel corso dell’incontro tra il nuovo capo di governo e Beppe Grillo, svoltosi lo scorso 19 febbraio. Si è trattata della consultazione più rapida di sempre, con una durata di 10 minuti circa.

Il “guru della comunicazione” Grillo, questa volta, di dialogare non ne ha voluto proprio sapere. Se, in un primo momento, aveva deciso di dedicare non più di un minuto ad ascoltare la linea di governo che Renzi ha intenzione di intraprendere, in seguito non è riuscito a tacere per più di cinque secondi consecutivi, davanti ad un Renzi che ha tentato di schivare ogni tipo di provocazione pur di terminare il proprio discorso: tentativo fallito.
Un lungo tavolo con Renzi e Grillo al centro, uno di fronte all’altro, vicini ma, allo stesso tempo, mai così lontani. Il leader del M5s è fuori di sé e chiarisce subito: «Io non sono venuto qua a parlare di programmi. Io sono venuto qua per mostrarti qualcosa». E ancora: «È la prima volta che mi succede di non dare la fiducia ad una persona come te e non perché sei Tu, ma per quello che rappresenti». Secondo Grillo, infatti, tra i due non potrà mai esserci nessun tipo di accordo, in quanto rappresentanti di due modi opposti di vedere e di fare politica. «All’opposto vostro, noi siamo i conservatori. Noi vogliamo l’acqua pubblica e tu la vuoi privatizzare, vuoi svendere la nostra sovranità noi la vogliamo mantenere, tu parli di Europa, ma l’Europa va cambiata perché si cambia in Europa per cambiare l’Italia». Del resto, il caro Beppe non si era dimostrato ben disposto verso questo incontro sin dal principio, ma è stato “costretto” a parteciparvi per adempiere al volere del “suo popolo” che, come cerca di ricordargli Renzi, ha votato sul suo blog a favore di un dialogo con la maggioranza. Evidentemente, però, Grillo sembra rispondere alla volontà del popolo solo quando questa coincide con la propria. «Non abbiamo tempo per voi». Lui la sua decisione l’ha già presa: «Mi alzo e ti dico con gioia che non abbiamo nessun tipo di fiducia in te e non abbiamo assolutamente nessuna fiducia nel tuo sistema. Io non sono più democratico con una persona come te».

Un discorso non solo breve, dunque, ma anche privo di contenuti, che di certo non ha contribuito a sbloccare la situazione nel nostro Paese. Tanto valeva che politici e media non sprecassero il loro tempo, poiché il risultato è stato uno streaming alquanto imbarazzante. Un’unica emozione accomuna gli elettori di entrambi gli schieramenti politici: delusione. Non solo per il comportamento del leader grillino, dimostratosi ancora una volta incapace di sostenere le proprie argomentazioni in maniera pacata, magari con un discorso articolato in maniera sensata, ma anche a causa del fatto che, effettivamente, le affermazioni di Grillo bruciano all’elettorato Pd: «Tu sei una persona non credibile, quindi qualsiasi cosa dici non è credibile da parte mia e da parte nostra”. E ancora: «Ogni volta che giro canale ci sei tu e fai la macchietta. Una volta dici mai fare le scarpe a Letta e poi è successo quel che è successo, mai andare al governo senza le elezioni, poi dici entro il 15 la riforma elettorale. Non sei più credibile perché rappresenti della gente di cui noi siamo i nemici fisici”.
Se, da una parte, i grillini sono divisi al loro interno tra chi sostiene ciecamente il proprio leader e chi lo ha condannato per aver buttato all’aria un’opportunità significativa, anche gli elettori del Pd sono rimasti basiti di fronte alle ultime decisioni prese da Renzi. Il rottamatore si è trasformato in un “giovane-vecchio” che più volte è tornato sui suoi passi, minando così la propria credibilità. Perché ammettiamolo questa storia di un governo Renzi non eletto dai cittadini non è andata giù proprio a nessuno. Ma, ormai, quel che è fatto è fatto e l’urgenza più impellente è quella di arrivare preparati alle europee di luglio consolidando il potere interno, così da evitare un’ulteriore umiliazione per l’Italia. Pertanto, un compromesso tra le parti che permetta al governo Renzi di operare concretamente sembra l’unica prospettiva valida.

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