Roma Capitale di povertà
Bambini poveri, giovani disoccupati, forte disagio sociale: questa è la realtà che si nasconde, nemmeno troppo bene, nella città Eterna. Il terzo rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio, elaborato dalla comunità di Sant’Egidio, evidenzia una situazione drammatica.
Mario Marazziti, portavoce della Comunità, spiega che: “questo rapporto è nato dopo tanti anni di vita nella città, immedesimandoci con chi vive nel disagio. E’ un’analisi non solo quantitativa ma qualitativa delle tendenze del disagio“. Protagonisti di questo scenario di miseria sono i bambini: 30.000 a Roma e 37.000 nel Lazio (8,69% del totale), che soffrono di indigenza alimentare. Con questi numeri la regione si colloca al quarto posto in Italia, preceduta dalla Campania, Sicilia e Lombardia. Minori in condizioni di povertà assoluta in quella che è la Capitale d’Italia, una città in lento cambiamento in cui anche il disagio prende forme diverse. Svanita la netta separazione fra ricchi e poveri, rimane una “marmellata complessiva di difficile codificazione”, come definita da Giuseppe de Rita, presidente del Censis. Nella capitale vivono 910mila minori, ma per le famiglie mancano le reti di supporto. I servizi pubblici, infatti, spesso non rispondono ai bisogni delle famiglie italiane, basta pensare alla carenza di posti negli asili nido: “secondo i dati dell’Agenzia per la qualità di Roma Capitale una famiglia su 3 che ne fa richiesta viene esclusa. La domanda non può essere elusa, anche tenendo presente che nel Lazio una donna su due ha un impiego lavorativo, valore superiore di 10 volte alla media nazionale”.
Un altro dato tanto allarmante quanto ormai risaputo, riguarda la disoccupazione in particolare per i giovani. Anche in questo campo Roma detiene il record di giovani disoccupati, mentre nell’intera regione il fenomeno riguarda il 40% dei giovani. Non c’è dunque da stupirsi se il 67% dei ragazzi desidera fortemente lasciare Roma, cosi come non stupisce l’aumento del disagio generazionale. Non è più tempo infatti per mirare a una laurea in vista di una carriera, sempre di più sono quelli che abbandonano gli studi in cerca di un lavoro con cui sostentarsi, un lavoro che non c’è. Il desiderio ossessivo del denaro, unico mezzo per riscattarsi, crea un meccanismo che, fra assenza di opportunità e imminenti necessità, indirizza verso la microcriminalità, la via più facile e apparentemente l’unica possibile.
In questa prospettiva si configura la grande contraddizione: l’aumento del gioco d’azzardo. Mentre si cerca una via d’uscita cresce il business dei videopoker, slot machine, gratta e vinci. La nascita dei giochi online e il supporto di grandi organizzazioni, hanno sostenuto questo fenomeno. In Lombardia il giro d’affari maggiore, nel Lazio la spesa pro-capite più alta.
Povertà, disoccupazione, corruzione, degrado e disagio. Lontana ci appare ormai quella Roma “fortunata, invincibile e eterna” di cui parlava Tito Livio.