Ancora Inner, bronzo in combinata
Seconda gara di sci alpino maschile e altra grande gioia per i colori azzurri, che si inchinano di nuovo al talento straordinario di Cristof Innherhofer e al suo bronzo in combinata, alle spalle dello svizzero Sandro Viletta e del croato Ivica Kostelic. La gara premia la polivalenza
Seconda gara di sci alpino maschile e altra grande gioia per i colori azzurri, che si inchinano di nuovo al talento straordinario di Cristof Innherhofer e al suo bronzo in combinata, alle spalle dello svizzero Sandro Viletta e del croato Ivica Kostelic. La gara premia la polivalenza unendo una discesa libera e una manche di slalom ed è affare per pochi e spesso foriero di grandi sorprese vista l’assenza di un atleta competitivo al 100% in entrambe le specialità. Tre gli azzurri in gara e tutti discesisti: Fill, Innerhofer e Paris non accreditati al via come probabili favoriti, mente i pronostici del favore sono tutti per Pinturault e Ligety vincitori delle combinate di Wengen e Kitzbuhel ai quali vanno aggiunti d’obbligo l’ imprevedibile Miller, il campionissimo Svindal e l’espertissimo Kostelic. Si parte con la discesa libera, anticipata di un’ora per il caldo eccessivo che ha scaldato e sfaldato il fondo della neve, e già con il numero 3 Bank ottiene un ottimo 1:53.38, seguito da Max Franz a 55 centesimi. Il norvegese Kietil Jansrud, già bronzo in discesa, compie l’impresa balzando in testa con 14 centesimi su Bank e mette una seria ipoteca su questa gara.
Il primo azzurro, col pettorale 10, è Innerhofer che scia a strappi senza la fluidità di cinque giorni prima accumulando 1’06 dal norvegese che compromettono seriamente i sogni di medaglia, mentre l’attesissimo Svindal conferma i suoi problemi con questa neve perdendo sette decimi al traguardo. Ottima prova dell’oro in discesa Matthias Mayer che chiude a 37 centesimi da Jansrud, seguito da Peter Fill che delude le aspettative piazzandosi oltre il quindicesimo posto con 1’74 di ritardo. Male anche Pinturault con quasi due secondi e mezzo di ritardo, mentre con il numero 21 Ivica Kostelic indovina le traiettorie giuste chiudendo a 93″ centesimi dal leader e prenotando seriamente ad uno dei gradini del podio. A chiudere il lotto dei favoriti i due yankee Ligety e Miller: il primo limita i danni chiudendo poco sotto i due secondi, mentre Bode combina un paio di Millerate che lo relegano a 1’43 dalla vetta, forse un po’ troppo per puntare al podio. L’ultimo sussulto azzurro è quello di Domink Paris che racimola un deludente 1’22 di ritardo abbandonando definitivamente i sogni di gloria, ma i verdetti finali passano tra le trappole dei pali stretti della manche di slalom disegnata dal perfido e diabolico Ante Kostelic. Si parte con 13 gradi all’arrivo e una pista al limite che si segnerà inevitabilmente. Prende il via per primo lo sloveno Kosi e si capisce da subito la difficoltà del tracciato, molto angolato nella parte alta, pieno di figure e cambi di ritmo nel finale, roba da slalomisti puri. Il primo tempo di rilievo lo segna lo slovacco Adam Zampa con 50’11, mettendo pressione ai pettorali successivi tra i quali spicca il favorito Pinturault che parte con il numero 8: dopo un avvio prudente, inforca gettando alle ortiche i sogni di gloria.
Zampa resiste alle insidie dell’esperto combinatista croato Zrncic Dim, rimanendo in testa anche dopo la discesa di un Ligety lento e sfavorito da un tracciato che non asseconda le sue intraversate. Tocca al primo dei nostri, Peter Fill che ha un discreto vantaggio sullo slovacco (1’25”) e per due intermedi resta al comando, ma la tripla finale gli è fatale sbalzandolo via da una possibile medaglia. Usciti Pinturault e Ligety, la gara sembra aver smarrito i suoi riferimenti e ad approfittarne e lo svizzero Sandro Viletta che parte in sordina e inanella una manche di tutto rispetto chiudendo con 1’14” di vantaggio su Zampa e ipotecando una medaglia che prende sempre più consistenza dopo le manche di Bode Miller, lento e a spasso tra le insidie di papà Kostelic, Paris che nulla può tra i pali stretti e Janka che non è più il mostro polivalente di una volta. Scende Innherofer e tratteniamo il fiato: gestisce i 58″ di vantaggio alla grande sciando con grande precisione e all’arrivo è secondo con quasi cinque decimi di svantaggio dallo svizzero. Basterà per il podio? La discesa successiva di Kostelic spegne buona parte delle speranze azzurre relegando Innherofer al terzo posto, e mancano ancora sei atleti al traguardo. Svindal arranca tra i pali snodati, Franz inforca, AAmodt Kilde viene sbalzato via dopo cinque porte, Matthias Mayer prende quasi tre secondi e mezzo da Viletta, ma a far paura c’è Ondrej Bank che ha un buon vantaggio e tra i pali stretti può dire la sua, ma anche lui scende senza rischiare nulla e finisce in sesta posizione con non pochi rimpianti. A questo punto i riflettori sono tutti per Jansrud che slalomista non è e lo dimostra ampiamente transitando all’arrivo con oltre un secondo di ritardo e regalando all’Italia una preziosissima e inaspettata medaglia di bronzo, dando ancora più morale e convinzione a Cristof Innerhofer atteso ad uno storico tris in Super G.