Moviola in campo: a chi dà fastidio?
La moviola in campo è periodicamente argomento di discussione, ma nonostante la necessità di supporti tecnologici al fine di far rispettare le regole calcistiche sia sempre più evidente, in Italia si è ancora molto lontani dal fare un passo di questo tipo. Perchè il ricorso alla tecnologia sul campo da gioco fa così paura?
Sono anni che si discute sulla possibilità di ricorrere all’utilizzo della tecnologia sui campi di calcio. Ad alimentare tali dibattiti, ci sono sicuramente i continui errori della terna arbitrale (spesso determinanti), i famosi scandali di calciopoli, e le situazioni di gioco, sempre più rapide ed impercettibili all’occhio umano. I primi a generare proteste e polemiche ai danni dei direttori di gara, prima ancora dei giornalisti, sono i giocatori stessi, per i quali ormai è consuetudine scagliarsi contro gli arbitri verbalmente e fisicamente con veemenza simile a quella riservata ai propri avversari. In tutto questo caos di errori e polemiche, l’utilizzo di una verifica in tempo reale con l’ausilio tecnologico, potrebbe risolvere gran parte dei tafferugli. Questa soluzione però, è sempre stata trattata superficialmente, per poi essere rigettata con futili motivazioni. Perché? {ads1} Una delle tesi più qualunquistiche dietro alla quale si sono nascoste personalità di competenza come, ad esempio, ha fatto di recente il presidente dell’associazione italiana arbitri Marcello Nicchi, sostiene che il calcio, con la moviola in campo, non sarebbe più lo stesso. Per la precisione: “Sulla moviola, io ho un’idea molto chiara: se domani dovesse arrivare la moviola in campo, allora potremmo cominciare a dire che questo sport è finito“. Queste le parole del Presidente Aia nell’ intervista a Radio Anch’io di qualche giorno fa, durante la quale ha posto alcuni quesiti che, secondo lui, costituiscono delle problematiche consequenziali all’utilizzo della tecnologia nel calcio: “Se si interrompe il gioco, in che modo si recupera? E poi, in ogni caso, le immagini tv non sempre sciolgono i dubbi, o chiariscono gli equivoci. La decisione finale sull’episodio a chi compete? All’arbitro? Oppure a chi manovra il congegno? In quali casi interverrà la moviola? Quando si fermerà il gioco?“. Dal tono con il quale Nicchi ha posto queste domande, la moviola in campo sembrerebbe un ostacolo invalicabile, ma se a porle in maniera così rinunciataria è proprio colui che a tali problemi dovrebbe trovare una soluzione, la moviola in campo sarà solo un sogno proibito. Detto questo, si può facilmente convenire sul fatto che le “domande spauracchio” del Presidente Nicchi sarebbero anche di semplice risoluzione. Il tempo attualmente perso tra proteste, consulto tra arbitro e assistenti e quant’altro, è sicuramente più lungo dell’eventuale verifica real-time che avverrebbe con il supporto tecnologico. Da recuperare quindi, ci sarebbe ben poco. Inoltre, tale verifica, in quanto effettuata in maniera oggettiva ai fini di salvaguardare la giusta regolarità della gara, potrà e dovrà pretendere il completo rispetto da parte dei giocatori e delle dirigenze nei confronti dei direttori di gara, perché il tutto avverrà in maniera trasparente e indiscutibile, rendendo insensato ogni tentativo di protesta.{ads1} Proseguendo sugli interrogativi rompicapo di Nicchi, vien da sé che, se le immagini proprio non dovessero chiarire la giusta decisione da prendere, l’arbitro continuerebbe a godere del suo potere decisionale senza alcun problema. Attualmente gli arbitri già si assumono tale responsabilità, l’uso della tecnologia potrebbe solo facilitarli nel fare la scelta giusta minimizzando ogni possibilità di errore. A tal proposito, nel regolamentare l’introduzione del mezzo tecnologico nel calcio e le situazioni in cui esso verrà utilizzato, bisognerà ridurre al minimo il rischio di ambiguità. Come? Ad esempio, dopo aver determinato con precisione i compiti dell’ “addetto alla moviola in campo” favorendo il rapporto di collaborazione (e non di scontro) che avrà con il direttore di gara, si potrebbe scegliere di usufruire della verifica esclusivamente nelle fasi di gioco che potrebbero palesemente determinare l’andamento della partita, quindi: fuorigioco, calci di rigore e gol “fantasma”. Così facendo, il gioco non verrebbe frazionato eccessivamente per la verifica di infrazioni meno rilevanti come, ad esempio, falli di gioco a centrocampo o rimesse laterali. In questo modo, non verrà di certo eliminato ogni problema, ma già si ridurrebbero drasticamente i principali oggetti di polemica arbitrale che troppo spesso danneggiano il regolare svolgimento delle gare. Insomma, sarebbe un buon inizio.
Tutti i vantaggi della moviola in campo con il supporto tecnologico sembrano abbastanza evidenti. I costi, inoltre, sarebbero presumibilmente bassi visto che i mezzi già a disposizione, per iniziare, sarebbero più che sufficienti. E la natura di questo fantastico sport, messa in dubbio dal presidente Aia? Signor Nicchi, o chiunque altro voglia, non venga a dirci che il calcio verrebbe rovinato dall’ ausilio della tecnologia, perché si rischierebbe l’insurrezione persino in un Paese in cui questo termine sembra non essere più contemplato. Tutti aspettano un calcio pulito, da anni. A rovinarlo sono altre persone, gente che di solito i soldi dal calcio li prende e non li dà, al contrario di migliaia di tifosi che, “ogni maledetta domenica” pagano il biglietto e tornano a casa indiavolati perché la propria squadra ha perso per colpa dell’ennesima svista arbitrale, tecnologicamente evitabile. La moviola in campo non delegittimerà nè sostituirà mai il ruolo dell’arbitro, ma sarà solo un supporto al quale attingere per facilitarne l’interpretazione.
Detto questo, perché da anni la moviola in campo sembra essere un elemento così scomodo? Risolverebbe moltissime polemiche, eviterebbe ai tifosi juventini l’irritante sensazione di sentirsi chiamare “ladri”, agli interisti di non lamentarsi più per i rigori non concessi, ai romanisti di uscire dal ruolo di “rosiconi” che gli viene attribuito ad ogni protesta, e così via. E in televisione, si smetterà di fare polemiche e si inizierà, finalmente, a parlare di calcio. Sarà forse questo il problema? Le emittenti televisive sono così potenti da veicolare le dinamiche calcistiche a favore dei propri contenuti? Oppure è tutta fantascienza, e quindi deve esserci qualche altra losca ragione per la quale l’utilizzo della moviola nei campi di calcio sia così scomoda? Scomoda per chi? Purtroppo non posso saperlo, sono solo un aspirante giornalista.