Ragazzina spacciava l’hashish del padre

Il sospetto spaccio di droga all’interno del liceo bolognese ha spinto i carabinieri a portare avanti delle indagini in borghese. Durante una ronda, appunto, la studentessa diciottenne è stata notata da un maresciallo: stava consegnando con circospezione un pacchetto a due compagni.

La ragazza, accortasi della presenza delle forze armate, ha immediatamente lanciato nel cassonetto un altro involucro: il primo conteneva due spinelli e il secondo tre grammi di hashish. L’interrogatorio ha costretto la giovanissima a rivelare le grandi quantità di droga nascoste nella sua abitazione che è stata subito perquisita dalle forze dell’ordine.

 

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Durante l’ispezione domiciliare gli agenti hanno trovato un bilancino e quaranta grammi di hashish già suddivisi in pacchetti, pronti per la vendita.
Poi il colpo di scena: il padre della ragazza, un barista precario di quarantadue anni, ha rivendicato la proprietà della droga, sostenendo di averla acquistata proprio per la ragazza. «È roba mia, la compro per mia figlia perché non voglio che lei abbia contatti con gli spacciatori di strada» ha dichiarato l’uomo che è stato immediatamente arrestato e portato nel carcere della Dozza. Durante gli interrogatori il barista, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, ha precisato di non essere mai stato a conoscenza dell’attività della ragazza.

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L’uomo, punito con la reclusione, è in attesa di conoscere la durata della pena da scontare, mentre la ragazza è finita agli arresti domiciliari nonostante l’aggravante relativa allo spaccio in un istituto scolastico. Ed è il procuratore Valter Giovannini a spostare l’attenzione sull’ illegalità nelle scuole: «Proseguiranno i servizi sia in borghese sia in divisa davanti agli istituti, per impedire che gli studenti possano acquistare marijuana addirittura prima che inizino le lezioni».

 

 

 

 

 

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