Fondo e biathlon: domina la Norvegia

Pronti, via! Siamo solo al primo giorno di gare a Sochi ed è già tempo di imprese importantissime. La vittoria a sopresa del quarantenne Bjoerndalen nella sprint del biathlon esattamente sedici anni dopo aver ottenuto lo stesso risultato nell’edizione di Nagano 1998, le inedite lacrime di una inconsolabile Therese Johaug, ancor giovane e già affemato talento norvegese, finita quarta nello skiathlon femminile, consolata dalla veterana Marit Bjoergen, medaglia d’oro, ancor più in lacrime dell’amica.

 SCI DI FONDO-Stamattina si è tenuta la gara di skiathlon femminile sulla distanza di 15km la prima metà da percorrere in tecnica classica la seconda in tecnica libera. La prova è stata dominata da un quintetto che ha fatto l’andatura sin dall’inizio risucendo ad imprimere un ritmo che ha creato problemi alle inseguitrici tanto da mettere in chiaro, già al cambio di sci, dopo i primi 7,5 km, che il discorso podio era una questione tra queste atlete: le norvegesi Johaug, Bjoergen e Weng, la svedese Kalla e la finlandese Saarinen. Alla fine l’ha spuntata Marit Bjoergen in volata su Charlotte Kalla, antrambe scattate nella salita finale per presentarsi poi da sole in dirittura d’arrivo. Terza Heidi Weng che stacca la connazionale Johaug e la finlandese. Insomma la Norvegia conquista un oro ed un bronzo, alla Svezia va l’argento. Marit Bjoergen, già una delle più vincenti di questo sport a livello olimpico grazie ai successi maturati nelle tre edizioni precedenti, mette a segno un gran colpo e parte nel migliore dei modi in questa kermesse che potrebbe farle scalare in maniera significativa la classifica all-times, anche fino alla vetta. Lei è già da considerarsi una delle protagoniste assolute di questi giochi olimpici. Le italiane finiscono nelle retrovie con la migliore delle nostre, Marina Piller, che finisce in sedicesima posizione.

BIATHLON– Davvero non ci credeva nessuno. Ormai da tempo peraltro. Si, che Bjoerndalen potesse tornare a vincere era davvero fuori questione. La sua ultima vittoria in una gara individuale (nel senso non in staffetta) in Coppa del Mondo, risalente al gennaio 2012, sembrava il canto del cigno di un atleta che se la doveva vedere con personaggi della qualità di un Fourcade con quasi la metà dei suoi anni; e poco importa che sei il più vincente nella storia della tua disciplina, il tempo passa per tutti. Ma il bello dello sport è questo. Compie quaranta anni il 27 gennaio scorso, rimette tutti i tasselli della preparazione al loro posto ed ecco che fuori da ogni pronostico Ole Einar Bjorndalen conquista la medaglia d’oro nella sprint ripetendo l’impresa compiuta in occasione delle olimpiadi di Nagano nel 1998. Qualsiasi commento è retorico, bastano le foto. Un’ultima annotazione: il vecchietto norvegese è l’unico di quelli che è finito sul podio ad aver sbagliato (un errore) dal poligono con annesso giro di penalità, cosa che rende la sua prestazione sugli sci ancora più straordinaria. E’ festa poi anche per l’austriaco Dominik Landertinger medaglia d’argento e Jaroslav Soukup, Repubblica Ceca che porta a casa il bronzo. I tempi della gara di oggi saranno di riferimento per l’inseguimento di lunedì, prova in cui gli atleti partiranno rispettando i distacchi della gara odierna. In questa prospettiva va valutata come ottima la prova degli azzurri Dominik Windisch e Lukas Hofer finiti undicesimo e dodicesimo con un distacco contenuto a una trentina di secondi che lascia spiragli aperti a buoni risultati. Si riparte domani mattina con lo skiathlon maschile nel fondo e con la sprint femminile nel biathlon.

 

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