Vigilia Olimpica, parla l’oro di Vancouver

Cresce l’attesa per le Olimpiadi invernali, ormai è tutto pronto per la cerimonia inaugurale che sarà seguita da milioni di spettatori, e prima di immergersi nell’atmosfera a cinque e cerchi è doveroso fare un passo indietro a Vancouver, dove l’Italia ritornò a casa con un bottino magro di 5 medaglie e un solo oro in slalom speciale grazie a Giuliano Razzoli

Cresce l’attesa per le Olimpiadi invernali, ormai è tutto pronto per la cerimonia inaugurale che sarà seguita da milioni di spettatori, e prima di immergersi nell’atmosfera a cinque e cerchi è doveroso fare un passo indietro a Vancouver, dove l’Italia ritornò a casa con un bottino magro di 5 medaglie e un solo oro in slalom speciale grazie a Giuliano Razzoli col quale abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune impressioni alla vigilia dell’impegno Olimpico.

Giuliano, finalmente un buon piazzamento nei quindici a Schladming e la convocazione doverosa per Sochi, una piccola iniezione di fiducia in questo momento difficile?
E’ una soddisfazione andare alle Olimpiadi, gennaio non è stato un mese facile, ma comunque sarò a Soci. Ho un po’ di tempo per rimettermi in forma ad arrivare in condizioni migliori rispetto a questo ultimo mese.
Cosa ti aspetti da questa Olimpiade? Ti accontenteresti di un buon piazzamento o ci proverai a rischio di saltare?                                                                                                                               Bisogna vedere in che condizioni sarò il 22 febbraio, in questi giorni ci alleneremo sull’Abetone con gli altri slalomisti e il 17 partiremo per Sochi. So di avere una grande responsabilità con la mia medaglia al collo, e vedrò la possibilità di una medaglia ci proverò al massimo.

Un passo indietro a Vancuover è d’obbligo: che ricordi hai di quel giorno?                                       Ricordo tutto, tutte le emozioni che ho provato sono indelebili nella mia mente. L’emozione di essere al cancelletto di partenza ad un’Olimpiade e di vedere sul tabellone il colore verde del tempo finale. Ricordo il caro amico Alberto commosso, la gioia sui volti dei miei amici, il mio “smarrimento” iniziale e poi la consapevolezza di aver realizzato il sogno più grande da atleta. Ricordo la premiazione, quando con la medaglia d’Oro al collo ho cantato il nostro splendido Inno Nazionale e mi tremavano le gambe. Tanti e tanti ancora sono i ricordi. Mi piace ripensare al viso di mio padre, all’abbraccio con mia madre al mio ritorno, a tutte quelle persone che mi hanno sostenuto e aiutato in tanti anni, alcune di loro non ci sono più, un pezzo di medaglia è anche loro.

La tua ultima vittoria tre anni fa a Lenzerheide, dopo ti è successo di tutto. Hai avuto molta pressione mediatica dopo l’Oro e sei in debito con la fortuna, o sbaglio?                                                                   Non sbagli, la carriera da atleta non è facile, per vincere bisogna che vada tutto bene. In ogni stagione ho avuto degli infortuni, ma non mi sono mai perso d’animo, ho sempre lavorato tantissimo e affrontato ogni difficoltà con lo spirito giusto. E’ normale che dopo un Oro Olimpico ci siano tante aspettative e pressioni, ma quelle ci sono state anche prima. Ricordo quello che sentivo dire prima dello Slalom Olimpico, ero l’ultima chance per l’Italia di portare a casa una medaglia d’Oro e ancora molto altro. Io ho pensato solo a dare il massimo che potevo in quel momento, ed è quello che faccio ogni volta. Certo, di critiche in questi anni ce ne sono state tante, specialmente da parte di alcuni giornalisti……penso un minimo di rispetto di meritarmelo.

Prospettive azzurre per lo slalom, dopo le ultime gare: oltre te, Thaler, Gross e Moelgg sembrano competitivi, possiamo giocarci una medaglia?                                                                                          Sicuramente, la squadra è forte, ha raccolto molto meno di quello che poteva raccogliere. Il livello in slalom è davvero altissimo, ma Patrcik e Manfred sono già saliti sul podio per cui sono convinto che potremo dire la nostra.

Abbiamo scambiato delle impressioni con Alberto Tomba, che ti fa un grande in bocca al lupo e lui di Olimpiadi se ne intende. Sarebbe bello rinascere a Sochi?
Sarebbe certo molto bello, d’altronde Alberto è il mito di chiunque faccia la vita da atleta nello sci. Spero di non deluderlo dando il massimo come sempre.

Per chiudere:che ne pensi del chiacchiericcio intorno a queste olimpiadi che poco ha a che fare sullo sport? Lo spirito Olimpico non dovrebbe andare in tutt’altra direzione?                                                   Ritengo che le Olimpiadi debbano essere sempre e solo un simbolo di pace e fratellanza fra i popoli e di totale rispetto dei diritti umani e delle diversità…. E lo sport dovrebbe sempre rispecchiare questi valori.

 

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